Il mondo dei casinò è sempre denso di gente che ha vinto e perso cifre rilevanti, ma dietro al puro aspetto economico si celano a volte storie che hanno dell’incredibile. Una di queste è senz’altro la storia di Cheung Yin Sun, conosciuta con il nickname “Kelly” ma soprattutto con alcuni soprannomi piuttosto eloquenti, come “the baccarat queen” e “the baccarat machine”.
La storia di questa donna inizia a circa metà degli anni ’70, in Cina. Il padre era un facoltoso banchiere che però era stato travolto dalla rivoluzione culturale di Mao, imprigionato e colpito con la confisca di tutti i beni. Così la piccola Kelly ebbe un’infanzia estremamente povera, fino a quando – qualche anno dopo la morte di Mao – il padre venne rilasciato e i beni gli vennero restituiti. L’uomo riuscì a ricostruire una enorme fortuna e la vita di Kelly cambiò, diventando estremamente agiata.
Già da ragazza Cheung Yin “Kelly” Sun si era appassionata al gioco. Mandata dal padre a studiare a Shangai la ragazza scoprì Hong Kong iniziando a frequentare da giovanissima i casinò, grazie alle finanze praticamente illimitate.
Ancora giovanissima, in una delle sue spericolate scorribande a Singapore la ragazza scoprì il gioco del Baccarat. In poche ore, partendo da 1.500 dollari riuscì ad accumularne 150.000: fu amore a prima vista, anche se quello era solo il classico caso di “fortuna del principiante” e ancora non conosceva nulla della tecnica che poi l’avrebbe resa ricca e famosa. Infatti in quegli anni si calcola che abbia dilapidato una autentica fortuna, nell’ordine di svariati milioni di dollari.
Ad ogni modo Cheung Yin “Kelly” Sun diventa una giramondo, sia per studio che per la sua passione nei confronti del gioco. Presto diventa una regolare frequentatrice di molti casinò statunitensi, ma rimane fondamentalmente una giocatrice perdente. Un giorno, dopo una sessione molto negativa incontra un uomo che le cambierà la vita: si chiama Steven Black ed è un gambler professionista. Costui la prende sotto la sua ala e le insegna le basi per contare le carte al blackjack.
Un giorno, mentre si trova con alcune amiche al MGM Grand di Las Vegas, una di queste perde tutto e lei firma una garanzia per 93,000$ in favore dell’amica, la quale aveva assicurato a Kelly che avrebbe saldato il debito con il casinò una volta rientrata a casa. Ciò non accade e a venire incriminata è proprio lei: per questo Kelly Sun passa tre settimane in galera, prima che il padre riesca a volare fino a Sin City per ripianare il debito. Durante la prigionia la ragazza aveva ricevuto la visita di Black, che le aveva lasciato un mazzo di carte per perfezionare la sua abilità nel conteggio delle carte.
L’esperienza del carcere rende Kelly risoluta su quello che sarebbe diventato, da lì in avanti, il suo obiettivo primario: vendicarsi. Naturalmente Kelly, al tempo 30enne, non aveva in mente nessun crimine efferato, ma solo il progetto di riprendersi i soldi che MGM le aveva sottratto, con gli interessi dati dalla sofferenza che tutto ciò le aveva causato.
L’idea di farla pagare al gruppo MGM che tanto l’aveva fatta soffrire diventa uno stimolo gigantesco, che induce Cheung Yin Sun a sviluppare una straordinaria abilità che aveva nel corredo genetico, ma che fino a quel momento non aveva mai sfruttato: la vista. Una vista da guinness dei primati o giù di lì, ma soprattutto una vista che le permetteva di scorgere il più microscopico dei difetti presenti sul dorso di qualsiasi mazzo di carte. Kelly Sun impara così la tecnica del cosiddetto “edge sorting”.
Si tratta di una tecnica “borderline” che consente, a determinate condizioni, di riconoscere alcune carte di un mazzo di gioco da alcune imperfezioni di fabbrica. In tal modo, in giochi come il Baccarat si riesce ad avere un sensibile vantaggio nei confronti del banco (poco più del 6% circa). Infatti, riuscendo a riconoscere le carte buone come il 7, l’8 e il 9 poteva consentire guadagni ottimi, a patto che le regole della casa da gioco consentano di toccare le carte e girarle, requisito fondamentale per far capire al partner l’eventuale momento giusto per effettuare una grossa puntata. Dopo avere sviluppato questa pazzesca abilità, è ufficialmente nata la “Baccarat Queen”, o “Baccarat machine” secondo qualcun altro.
L’altro incontro che cambia la vita di Cheung Yin “Kelly” Sun è quello con Phil Ivey, uno dei più forti giocatori nella storia del poker. Ivey è anche un grandissimo gambler, infatti i due si incontrano a un tavolo di Baccarat. Iniziano a far coppia fissa e a girare il mondo cercando di sfruttare al massimo l’abilità di Kelly. Un giorno, al Casinò Crockfords di Londra, Phil e Kelly mettono a segno una sessione straordinaria. Dopo essere riusciti a ottenere dal casinò il privilegio di giocare con un unico set di mazzi (di una marca che Kelly conosceva a menadito) e la possibilità di girare le carte di 180° “per superstizione”, la coppia mette a segno colpi su colpi. Arrivati a 3-4 milioni di guadagno Kelly vorrebbe chiudere la sessione e andar via, ma Phil è insaziabile e decide che avrebbero proseguito. Alla fine Ivey e Sun chiudono con l’esorbitante profitto di 11 milioni di dollari!
Una cifra del genere fa drizzare le antenne al casinò, che rifiuta di pagare la vincita, ottenendo in risposta la denuncia di Ivey. Nel frattempo Phil Ivey e Cheung Yin “Kelly” Sun sono già volati negli USA, con destinazione Atlantic City. La scena si ripete al Borgata, celebre casinò guarda caso di proprietà proprio di MGM. Il profitto stavolta è di 9 milioni di dollari: la vendetta di Kelly è servita. Forse.
Di lì a poco anche il Borgata dà il via a un’azione legale nei confronti di Phil Ivey e della sua partner. Ne nasce un contenzioso che va avanti per parecchi anni su due fronti, quello inglese e quello statunitense. Alla fine i giudici danno sempre torto a Phil e Kelly e ragione sia al Crockfords sul non pagare la vincita, sia al Borgata che la vincita l’aveva pagata. Dopo lunghe ed estenuanti trattative, i due hanno ottenuto un accordo che sicuramente è inferiore ai 9 milioni chiesti dal Borgata, ma il cui ammontare non è mai stato reso noto.
Ad ogni modo Kelly continuato a girare il mondo cercando i tavoli giusti per le sue scorribande a Baccarat. Un girovagare sempre più difficile, perché la cinese oggi 44enne è bannata da gran parte dei principali casinò di tutto il pianeta.
Nel frattempo c’è chi ha pensato a fare dell’incredibile vita di Cheung Yin “Kelly” Sun un film, dal titolo praticamente obbligato: “The Baccarat Queen”. L’idea è venuta nel 2019 al produttore indipendente Jeffrey Sharp e la pellicola risulta tutt’ora in lavorazione, anche se la data di uscita nelle sale è al momento ignota.
Il dibattito, però, è tutt’altro che risolto: Kelly Sun e Phil Ivey hanno imbrogliato oppure no? Come dimostrato da una perizia durante il processo intentato dal Borgata contro Ivey e Sun, l’imperfezione in quelle carte di marca “Gemaco” era di un trentaduesimo di pollice, ovvero dentro i limiti dettati dalla legislazione USA per determinare un mazzo di carte regolare. Per intenderci si tratta di 0,8 millimetri, una vera e propria inezia invisibile alla stragrande maggioranza degli occhi umani. Cheung Yin “Kelly” Sun ha però una vista “bionica”, che si avvicina notevolmente al massimo possibile per un essere umano (20 decimi). Dunque, la “Baccarat queen” non farebbe che sfruttare una straordinaria dote naturale che possiede, giocando a condizioni che le leggi sui casinò hanno stabilito come regolari. E voi, a chi dareste ragione?