Nell’immaginario collettivo l’Australia non risulta essere forse uno dei Paesi maggiormente dediti al gioco da sala, ma Sidney ha dato i natali a uno dei personaggi più bizzarri della storia di Las Vegas: Kerry Packer, magnate dei media scomparso nel 2005. La società della famiglia Packer possedeva partecipazioni sia nel Nine Network sia nella società editrice Australian Consolidated Press, che furono successivamente fuse per formare la Publishing and Broadcasting Limited (PBL). Packer era anche un appassionato di sport e aveva fondato le World Series Cricket. Poco prima della morte il suo patrimonio di Packer si aggirava sui 6 miliardi e mezzo di dollari australiani, ma buona parte delle sue ricchezze furono sperperate al tavolo verde.
Kerry Packer era figlio di Sir Frank Packer, che gestiva le principali società di media australiani, e nipote di Herbert Bullmore, ex giocatore di rugby scozzese. Da ragazzo Kerry sviluppò interesse per diversi sport come boxe, rugby e soprattutto cricket, ma ben presto avviò la propria ascesa imprenditoriale nella società di famiglia, la Consolidated Press Holdings, attraverso la quale era azionista della Publishing and Broadcasting Limited. Una volta entrato nel mondo degli affari Packer fu facilmente coinvolto in investimenti legati al turismo e al gioco d’azzardo, in particolare al Crown Casino di Melbourne. A poco a poco Kerry accantonò le attività mediatiche e la sua figura come businessman crebbe al punto tale da generare anche una certa influenza in ambito politico: Packer era infatti noto per essere un mago delle trattative, benché le sue fortune derivassero principalmente dall’operato del padre e del nonno Robert Clyde Packer, che anni prima avevano consolidato il loro impero dei media in Australia. Un impero che sarebbe spettato in prima istanza al fratello maggiore di Kerry, vale a dire Clyde, che però ebbe una forte discussione con il padre all’inizio degli anni ’70, limando così i rapporti con la famiglia. La carriera di Kerry Packer, comunque, prese una certa piega solo dopo il decesso di Sir Frank, che nel 1974 gli lasciò un’eredità da 100 milioni di dollari australiani, subito investiti nel mondo della televisione e nel settore del casinò. Oltre che la maggior parte delle proprietà terriere australiane, l'impero economico dei Packer includeva infatti società di telecomunicazione, prodotti petrolchimici, miniere e investimenti in sale da gioco locali e straniere. Oggi buona parte delle attività di Kerry viene portata avanti dal figlio James Packer, azionista di maggioranza e direttore di Crown Resorts Limited. La dinastia procede a suon di eredità.
Kerry Packer era forse inattaccabile come imprenditore, ma anche lui aveva i suoi vizi. In primis il fumo, poi il gioco. Nell’ambiente dei casinò si rincorrono da decenni le voci sulle sue rischiosissime giocate. Nel 1999, a Londra, Packer fu capace di buttare alle ortiche 28 milioni di dollari australiani nel giro di 3 giorni, registrando la più grande perdita mai vista nella storia del casinò in Gran Bretagna. A 33 milioni ammontò invece la vincita all'MGM Grand Casino di Las Vegas. L’incoscienza di Packer al tavolo verde era tale che persino gli stessi gestori delle sale tremavano al suo cospetto, in quanto le sue perdite ingenti si alternavano a vincite altrettanto importanti, che potevano mettere a dura prova le casse dei casinò. Uno degli episodi più emblematici della carriera da giocatore di Packer si verificò nel corso di un torneo di poker allo Stratosphere, uno dei casinò più famosi di Las Vegas, quando un petroliere texano, che lo aveva appena battuto a carte, lo provocò affermando di essere disposto a giocarsi contro di lui il suo intero patrimonio da 60 milioni di dollari. Con una flemma invidiabile e nonostante fosse reduce da una brutta batosta, Packer tirò fuori una monetina invitandolo a scegliere tra testa o croce, ma a quel punto il texano rifiutò la scommessa, contribuendo ad alimentare il mito della temerarietà di Packer al tavolo verde. Sul finire degli anni '90 fu invece la roulette a dannare Kerry, che perse 15 milioni di sterline tra 4 tavoli diversi. Si narra che il Ritz Hotel di Londra disponesse addirittura di una stanza privata per Kerry Packer, dove una volta fu costretto a lasciare sul tavolo 19 milioni di sterline giocando a blackjack.
Pur continuando a fare la spola tra Australia e Las Vegas, Packer scese anche in politica, contribuendo allo sviluppo del rugby e del polo nel suo Paese. Fino al termine della sua vita Kerry non si privò delle capatine lungo la “Strip”, ma pochi giorni dopo il suo 68° compleanno degli improvvisi problemi di salute lo fecero spirare nella sua casa di Sidney. I suoi funerali si sono svolti in modalità privata il 30 dicembre del 2005, presso la residenza di campagna della famiglia ad Ellerston. Packer fu sepolto vicino a un campo di polo, uno degli sport che amava tanto. Come richiesto da lui stesso in vita, accanto alla sua tomba sarebbe dovuta sorgere la statua in bronzo di una testa di cavallo, realizzata appositamente dallo scultore Nic Fiddian-Green. Kerry Packer viene ricordato oggi come uno degli imprenditori più importanti della storia dell’Australia, ma anche come uno degli high roller più memorabili di Las Vegas.