Non tutti i fautori del gioco virtuale si sono ritrovati a lavorare nell’ambito delle attrazioni da sala, sebbene queste ultime abbiano goduto non poco del boom del web nel terzo millennio. Un chiaro esempio è rappresentato da Markus “Notch” Persson, nome noto ai più soprattutto nel medium videoludico. Si tratta infatti del creatore di Minecraft, uno dei titoli più famosi degli ultimi anni. Di origine svedese, viene considerato uno dei punti di riferimento principali del mondo dell’intrattenimento. Si stima che oggi il suo patrimonio si aggiri sul miliardo e mezzo di dollari.
Persson è nato nel 1979 a Ystad, dove ha vissuto per diverso tempo con la sorella. Già a 7 anni Markus si dilettava nella programmazione e nella creazione di nuovi giochi, avvalendosi semplicemente di un vecchio Commodore 128. Una volta cresciuto, il ragazzo ha iniziato a lavorare seriamente nel campo dell’informatica, diventando sviluppatore per videogiochi. Molteplici sono le sue collaborazioni con le più importanti società di programmazione, tanto che ancora oggi Persson risulta essere tra gli autori di giochi ai quali, in realtà, non ha nemmeno collaborato più di tanto. Fino ai primi anni 2000, comunque, la vita di “Notch” continuava a scorrere tranquilla, come quella di un qualsiasi giovane programmatore svedese. Il successo che lo ha portato alla ribalta internazionale è arrivato con Minecraft, pubblicato ufficialmente nel 2011. Personaggi che costruiscono con le loro stesse mani il proprio mondo superando le varie missioni da svolgere insieme: fino ad allora la storia dei videogiochi non aveva ancora toccato il concetto di realtà virtuale, che grazie a Persson ha iniziato ad espandersi però sempre di più, tanto da influenzare anche il reparto del casinò live. Oggi videogame e attrazioni digitali mettono in comunicazione numerose persone che si trovano anche a km di distanza, ma in un primo momento l’intuizione di Persson non parve così azzeccata. Markus non vantava ancora una notevole esperienza con l’utilizzo del codice e Minecraft gode ancora oggi di una grafica elementare, che paradossalmente è diventata peculiare e caratteristica, rendendo il gioco facilmente riconoscibile. Riconoscendo comunque i propri limiti, Persson decise di lasciare al collega Jens Bergensten il ruolo di sviluppatore capo nella sua nuova società, la Mojang. Da quel momento in avanti, però, “Notch” non ha fatto altro che pubblicizzare i suoi lavori passati, senza proporre qualcosa di ulteriormente innovativo. Come se non bastasse, la sua vita è stata poi segnata dalla scomparsa del padre e dal divorzio con la moglie. Nel 2014 la Mojang fu acquistata da Microsoft per 2,5 miliardi di dollari e Persson iniziò ad allontanarsi sempre più dalle scene, come se non avesse più obiettivi da raggiungere in ambito professionale.
Tirando le somme, verrebbe quasi da pensare che quello di Markus Persson sia un talento sprecato, considerando peraltro come e quanto si sono evolute le tecnologie in questi anni. Numerose sono le società di gambling che avrebbero approfittato volentieri delle sue conoscenze, specie di questi tempi in cui i palinsesti si stanno riempiendo anche di slot derivanti dai videogiochi, il che avrebbe creato un connubio perfetto. Tuttavia, il rapporto di Persson con il tavolo verde sembra essersi limitato solo a qualche rara comparsata nelle sale di Las Vegas. Dopo il successo di Minecraft, infatti, Persson ha iniziato a girare per il mondo rapportandosi con i divi di Hollywood e facendo parlare di sé prevalentemente per le sue ingenti spese, come quella destinata ad una villa da 70 milioni di dollari a Beverly Hills. Insomma, alla lunga Persson è diventato quasi un fenomeno mediatico, di quelli che riempiono le pagine dei giornali alla prima bravata. Markus era solito partecipare a concorsi di sviluppo dalla durata di un paio di giorni, ma da anni questo genere di manifestazioni non gode più della sua presenza.
In molti hanno associato la nuova condotta di Persson a problemi di depressione, sta di fatto che da tempo il programmatore svedese non parla più pubblicamente di videogiochi, concentrandosi invece su tematiche esistenziali. Da un momento all’altro la sua vita era cambiata, eppure la sua attenzione nei confronti dell’evoluzione del videogame era sempre stata importante, tanto che lo aveva portato a combattere pesantemente la pirateria, soprattutto nella sua Svezia. Oggi si sa ben poco del privato di “Notch”, che in passato si produceva spesso in donazioni a favore di enti benefici. Sono le spese folli a parlare per lui, come quella volta che dopo aver acquistato su Internet un vecchio vinile per quasi 50.000 dollari riconobbe di aver un po’ esagerato…