Le piattaforme dei giochi online fanno sempre e costantemente riferimento a società provider che commercializzano ogni anno decine e decine di attrazioni differenti, in particolare slot. Uno dei fornitori che hanno visto la luce più di recente porta il nome di Booming Games, che ha avviato in tempi piuttosto brevi una campagna di espansione importante, riuscendo a raggiungere anche l’Italia. A dirigere i progetti della società c’è Max Niehusen, che ha ampliato non poco la sua visuale globale del gambling nelle vesti di CEO, anche e soprattutto in virtù dei rapporti con lo Stivale.
Max Niehusen ha avuto sempre a che fare con il gioco. Tra il 2010 e il 2012 è stato managing editor e director di Prima Entertainment Production, per poi svolgere le stesse mansioni presso l’Ufa Entertainment. Nel 2013 è diventato invece chief marketing officer di Huamitang, fornitore cinese di software per casinò. Nel novembre del 2014, poi, il grande salto con la nomina a CEO di Booming Games, provider che negli ultimi anni si è fatto sempre più strada nel mondo del gambling. Da tempo la società ha deciso di affidarsi completamente nelle mani di Niehusen, riscontrando risultati importanti sebbene abbia iniziato a far parlare di sé proprio nel 2014. Si tratta di un’azienda che ha saputo toccare rapidamente il mercato in Asia. Booming Games non ha faticato troppo per giungere anche in Italia, firmando peraltro un accordo con Microgaming, diretta da John Coleman prima di passare alla supervisione di Stephen Fisk. In seguito Booming Games è riuscita ad ottenere la licenza UKGC per il Regno Unito e oggi è una realtà consolidata nello scenario del gioco virtuale. La sede della società si trova sull’isola di Mann.
Booming Games ha conosciuto una crescita importante sotto la guida di Max Niehusen e ha iniziato ad aprire sedi su più fronti, anche a Londra. L’arrivo in Italia è datato 2018: lo Stivale rappresentava già da un po’ terreno di conquista per il suo mercato sempre attivo e le piattaforme nostrane non potevano ignorare i prodotti della società, che nel frattempo si era attestata tra i fornitori più promettenti del panorama europeo. I giochi di Booming Games si sono sempre distinti per un design accattivante, oltre che per l’attenzione verso i minimi dettagli: una serie di caratteristiche che non si riscontrano sempre in un casinò online, in quanto è opinione diffusa che le attrazioni di questo genere non siano elaborate alla pari dei videogiochi propriamente detti. I vari titoli sono gestiti direttamente dalla casa madre nel corso del processo di creazione, dall’idea di base fino alla pubblicazione. Le curiose linee di pagamento multidirezionali sono il fiore all’occhiello di una programmazione esperta e ponderata. Il fornitore pone molto l’accento sulle esigenze dei giocatori e oggi riesce a sfornare prodotti che poco hanno da invidiare a quelli di competitor più famosi. Insomma, non è da escludere che in un futuro non troppo lontano Booming Games non riesce ad alzare ulteriormente l’asticella e ad imporsi su nuovi mercati. Finora l’impegno di Niehusen ha ripagato abbondantemente, ma la sensazione è che il CEO non si senta mai veramente appagato e che ricerchi ogni volta una nuova sfida da superare.
Max Niehusen ha sempre saputo che non sarebbe stato facile ritagliarsi uno spazio importante nel mercato italiano, nel quale ci sono meno fornitori rispetto ad altri Paesi in cui il gioco è già più sviluppato. Alla fine, però, il lavoro svolto è stato indubbiamente soddisfacente e Booming Games ha ottenuto risposte valide sul piano commerciale, siglando accordi con molti operatori importanti. Per un lungo periodo l’Italia ha rappresentato persino la priorità per i dirigenti e oggi il palinsesto proposto dalla società è talmente diversificato che riesce ad accontentare ogni target di giocatore. Niehusen non ha mai voluto rinunciare all’innovazione ed è stato tra i primi a puntare sulla tecnologia html5 e a concentrarsi sul mercato mobile. Come intuibile, sono soprattutto le slot ad attirare l’utenza italiana, che ha mantenuto una grande mole di gioco nonostante le tante restrizioni del settore. Impedimenti che non hanno precluso a Niehusen di intravedere ancora altre possibilità di crescita per il brand.