Si dice che il casinò sia imbattibile, ed è vero: ogni gioco dà alla casa un vantaggio che nel lungo termine è insuperabile. E allora come hanno fatto i Roselli Brothers a intascare vagonate di milioni nelle sale da gioco terrestri? Semplicemente perché intascare non è il termine corretto: rubare lo è!
I Roselli Brothers, infatti, erano dei gangster nati e cresciuti nel New Jersey che avevano ideato un piano per alleggerire i casinò senza che questi potessero pizzicarli.
Curiosi di scoprire come hanno fatto ad imperversare nei casinò di Las Vegas, Atlantic City e persino Portorico?
Tutto è cominciato agli inizi degli anni novanta, ed è andato avanti fino al gennaio del 2000. Ma procediamo con ordine. Per prima cosa, i Roselli Brothers hanno cercato e trovato un hacker che fosse capace di penetrare nel sistema nazionale americano dove poter sottrarre le informazioni sulle carte di credito.
Fatto ciò, i fratelli malviventi hanno spulciato i dati per trovare i nomi dei possessori più abbienti e con più di una carta intestata a proprio nome. Come succedeva spesso decenni fa nelle truffe nei casinò, i Roselli Brothers finivano per spacciarsi per queste persone, aprendo linee di credito nelle sale da gioco.
Ovviamente i casinò non è che aprissero linee di credito così facilmente: richiedevano infatti almeno 6 mesi di bilancio attivo prima che il possessore potesse effettivamente accedere al denaro. Ma questo per i Roselli Brothers non era affatto un problema, dato che avevano a disposizione tantissimi contanti – ovviamente proventi di altre attività illecite. Così, ogni nuovo conto intestato ai possessori delle carte di credito, la cui identità era stata rubata, veniva caricato con $50.000.
Una volta che i casinò si assicuravano della solidità finanziaria dei Roselli Brothers, o meglio dei loro alias, erano pronti ad aprire le sopracitate linee di credito.
Risultato? I Roselli Brothers si vedevano concesse linee di credito dai vari casinò per ulteriori $50.000.
A questo punto potreste chiedervi: ma viste le tante truffe nei casinò, è possibile che le sale da gioco non battessero ciglio nel vedere i Roselli Brothers entrare nella sala ed uscire con l’equivalente in chip di $100.000?
E qui arriva la seconda parte della truffa.
I Roselli Brothers, infatti, utilizzavano la tecnica nota come offset betting. Mentre uno dei due usava il denaro per giocare e perdere, l’altro faceva la stessa cosa, ma vincendo. Perciò, al netto del vantaggio della casa – inevitabile, come abbiamo detto – i due potevano così “ripulire” il denaro senza dare troppo nell’occhio.
Per farlo, i fratelli Roselli sceglievano giochi come il baccarat, che ha regole molto semplici e soprattutto pochissime opzioni di puntata: o vince il giocatore o vince il banco (il pareggio esiste, ma è un’eventualità molto rara e dunque trascurabile nel lungo periodo).
Non solo, molti casinò credevano che i fratelli Roselli stessero semplicemente perdendo denaro, e quindi concedevano molto volentieri ulteriori crediti… alcune sale da gioco arrivarono a permettere loro di puntare anche un milione di dollari!
Come detto, i Roselli andarono avanti per una decina d’anni con queste truffe al casinò, senza venire mai scoperti. Fino a quando, nel gennaio del 2000, decisero di mettere a segno l’ultima, la più clamorosa delle stangate, coinvolgendo in un colpo solo tutte le varie identità false che avevano creato.
Nonostante il forte rischio di venire finalmente catturati, i Roselli Brothers riuscirono nel loro intento e scapparono con un malloppo che, si dice, ammonti a qualcosa come 40 milioni di dollari in totale.
Se siamo in grado di raccontarvi la loro storia è perché, ovviamente, alla fine l’FBI si accorse delle truffe nei casinò e tentò di mettersi sulle tracce dei malviventi. Peccato che le forze dell’ordine arrivarono con diversi mesi di ritardo, quando dei Roselli Brothers non v’era più traccia!