La calabresella è un gioco di carte italiano, le cui origini non sono invero del tutto chiare. Si pensa che sia stato inventato però in Calabria ed è a questa credenza che deve la propria denominazione. Nel tempo, comunque, la calabresella si è fatta conoscere in tutto il mondo. Il gioco si distingue per essere una sorta di versione alternativa del tressette ed è conosciuto anche con altri nomi come “calabresa”, “fischione” o “bellora”, anche se non figura tra i più popolari giochi di carte online. Talvolta la calabresella viene indicata con un nome diverso a seconda del numero di partecipanti. In genere si gioca in 3 e viene chiamata “terziglio”, per poi diventare “quartiglio” quando si è in 4, “quintiglio” quando si è in 5 e via dicendo.
Le regole della calabresella ricordano palesemente le regole del tressette, ma presentano comunque alcune differenze che aggiungono un pizzico di brio in più alla partita. Il numero minimo di giocatori necessario per iniziare a giocare è di 3 e si può arrivare fino ad un massimo di 7, adoperando un mazzo di 40 carte regionali, come ad esempio le napoletane. Ogni giocatore mira a conseguire il punteggio più alto possibile attraverso le prese. Lo scopo è quello di totalizzare almeno 6 degli 11 punti disponibili nell’arco di una smazzata. I partecipanti sono suddivisi in 2 squadre, una delle quali è quella del chiamante (o solista). A turno i giocatori ricoprono il ruolo del mazziere, che distribuisce le carte una alla volta, iniziando dal partecipante alla propria destra. Tutti i movimenti della calabresella si svolgono infatti in senso antiorario. Quando si gioca in 3 o in 6 persone le ultime 4 carte rimangono coperte e vanno a formare il monte, che andrà alla squadra che conquisterà l’ultima presa. Situazione analoga si verifica nella variante nota come “mediatore” con 4 giocatori, in cui vengono distribuite 9 carte invece di 10.
Le regole della calabresella impongono che l’ordine dei valori delle carte va da quella più alta a quella più bassa: si ottiene di conseguenza una scala che parte dal 3 e arriva al 4, passando per il 2, l’asso, il re, il cavallo, il fante, il 7, il 6 e il 5. L’asso vale un solo punto, mentre i 3, i 2 e le figure valgono 1/3 di punto. Tutte le altre non assegnano invece alcun punteggio. Subito dopo la distribuzione delle carte i giocatori sono chiamati ad effettuare dichiarazioni e licitazioni, così da formare le squadre: pertanto si annuncia la propria intenzione di giocare, chiamando un compagno o agendo da solista, seguendo un determinato ordine gerarchico. Se una squadra conquista tutte le prese di una smazzata esegue il cosiddetto “cappotto” e vede raddoppiarsi il punteggio. Ad inizio gioco deve essere indicato un limite alle smazzate, al tempo o ai punti per decretare la fine della partita. Spesso e volentieri si stabilisce però che a vincere sia chi arriva per primo a un punteggio pari a 21. Nonostante le forti somiglianze, la calabresella non rientra comunque tra le più classiche varianti del tressette.
Dopo la composizione delle squadre avviene la fase del gioco della carta, in cui i partecipanti sono tenuti a provare a rispondere al seme della carta giocata per primo. Ogni giocatore tira a turno una carta alla volta e la presa si verifica solo quando tutti hanno completato la loro mossa. Se non ci si trova nelle condizioni di giocare una carta del seme di turno, è possibile liberarsi di una qualsiasi carta al fine di avvantaggiare comunque la propria squadra. Chi ottiene la presa è il giocatore che ha tirato la carta più alta appartenente al seme richiesto. Esaurita la presa, uscirà per la mano successiva colui che aveva catturato la presa precedente. Al termine della mano si procede poi con il conteggio dei punti.