Quando si parla di giochi di carte, le prime immagini che vengono in mente sono quelle relative a semi e figure del mazzo di carte francesi, indubbiamente il più diffuso e conosciuto in assoluto. Cuori, quadri, picche e fiori contrassegnano 13 carte a testa, vale a dire 10 carte numeriche dall’Asso al 10 e le 3 figure del Jack, della Regina e del Re (J, Q e K). Per calcolare quante sono le carte francesi in totale, però, bisogna aggiungere anche i 2 Jolly, rosso e nero, che però non vengono impiegati in tutti i giochi. La somma finale è dunque di 54 carte. Sebbene l’Italia vanti diversi mazzi regionali, le carte francesi sono ampiamente utilizzate anche nello Stivale.
In questo articolo tratteremo:
La storia delle carte da gioco affonda le proprie radici nella Cina del X secolo. Soltanto verso la fine del ‘400, però, hanno preso vita tessere simili in Francia. La prima menzione che si ha di queste carte è datata 1377. In origine i semi delle carte francesi erano gli stessi di quelli dei mazzi tedeschi, per poi essere cambiati nei decenni a venire. Non tutti sanno che una peculiarità delle carte transalpine risiede nella presenza della Regina: le carte spagnole e tedesche presentano infatti soltanto soggetti maschili tra le figure. La carta della Regina fu poi introdotta a metà del XV secolo nel Tarocco italiano. Nelle carte francesi non è presente la figura del Cavallo, che invece veniva considerata in altri Paesi come la figura di medio valore. In ogni caso, ancora oggi diversi mazzi di stampo latino, cioè di quelli che adottano come semi le coppe, le spade, i bastoni e i denari, circolano anche in Francia. L’ultima, importante modifica alle carte francesi fu attuata verso la metà del XIX secolo, in quanto segni e figure furono disposti in posizioni simmetriche in modo tale da ottenere in quasi tutti i casi la stessa visuale dell’immagine, a prescindere dal senso verticale col quale si tenevano in mano le carte. Nel terzo millennio questi mazzi sono infine approdati anche in rete: la maggior parte dei giochi di carte online adotta infatti il mazzo di carte francese. Più raramente si ha a che fare con le controparti digitali di mazzi regionali.
Stilare un elenco dei giochi di carte francesi significherebbe rischiare di lasciar parte qualche nome. Nel tempo, infatti, sono nate decine e decine di giochi con regolamenti diversi, ma alcuni di loro rimangono comunque conosciuti ai più. In prima linea c’è evidentemente il Poker, che va per la maggiore soprattutto nelle Americhe. Lo scopo dei giocatori è quello di formare combinazioni di carte uguali o in scala che siano superiori a quelle degli avversari. Un altro gioco tipicamente americano è il Blackjack, ispirato al francese 21, nel quale si sfida a turno il mazziere nel tentativo di ottenere un punteggio migliore, senza superare una determinata soglia. Così come nel caso del poker, esistono anche delle varianti del Blackjack. Anche la Canasta è molto popolare e da essa è derivato il Burraco: in entrambi i casi lo scopo è quello di formare combinazioni di carte, da mostrare però direttamente sul tavolo per arrivare alla chiusura. Nella Scala 40 bisogna realizzare invece una sequenza di carte che vada dal Re all’Asso dello stesso seme. Infine è possibile citare il Ramino, di probabile origine italiana, considerato tra i giochi di carte più complessi in assoluto.
Non sono pochi i modelli di carte francesi che si sono sviluppati nel corso dei secoli. Il più importante non è però il modello parigino, bensì quello angloamericano, noto anche come “modello internazionale”. Il modello parigino si diffuse in terra transalpina verso la fine del XVIII secolo e fino alla metà di quello successivo venivano amministrate direttamente dallo Stato, che le produceva in carta filigranata. In Francia è possibile imbattersi in mazzi da 32 carte, con dove mancano le unità dai 2 ai 6. Le figure sono ispirate perlopiù a personaggi storici. Un altro modello è il belga-genovese, realizzato dopo l’abolizione da parte dell’Impero ottomano dei divieti riferiti alle carte da gioco. Si tratta di mazzi che possono contare 32 o 52 carte, caratterizzati come prevedibile anche da alcuni particolari stilistici nel disegno. I mazzi del modello genovese sono pressoché identici, ma ne esistono anche da 40 carte. Simile al modello genovese è quello piemontese, dove la linea divisoria è orizzontale e gli Assi presentano più decorazioni. Diverso è stato invece lo sviluppo del modello inglese, avviato sulla scia del successo delle carte originali. Pur di far prevalere le proprie carte, l’Inghilterra arrivò a bandire l’importazione di mazzi dall’estero, ma alla fine il prodotto non ebbe molto successo, tanto che se ne sono persi svariati esemplari. Al contrario, il modello Vienna individuato in Austria e Repubblica Ceca ha mutuato alcuni specifici mazzi realizzati dai cartai di Lione. Infine, vanno citati il modello lombardo e quello toscano: nel primo mancano le carte dall’8 al 10, il secondo si distingue per la presenza di carte non invertibili.