Le carte trevigiane o trevisane rappresentano una tipologia di mazzo regionale italiano e sono diffuse soprattutto in Veneto e in Friuli Venezia-Giulia, eccezion fatta per la città di Trieste, dove si prediligono le carte triestine. I mazzi trevigiani si distinguono per i colori particolarmente accesi e vivaci, oltre che per diverse chicche disseminate anche nelle varie raffigurazioni. I semi presenti in queste carte sono quelli tipicamente spagnoli, vale a dire denari, spade, bastoni e coppe.
La storia dei mazzi trevigiani affonda le proprie radici nel XV secolo, quando Treviso era considerata uno dei più importanti centri europei per la produzione di carte da gioco. Curiosamente, non esistono parametri precisi per la realizzazione di un mazzo trevigiano, che può essere formato da 40 come da 52 carte, le cui dimensioni possono essere di 49×104 mm o di 51×103 mm. Le figure stilizzate e la cura nei dettagli sono evidentemente il fiore all’occhiello di questo prodotto. Le carte trevigiane sono estremamente decorate e alcune di esse includono simboli mitologici o più semplici motivi floreali. Il re di bastoni, per esempio, esibisce lo stemma della provincia di Treviso. La diffusione iniziale di queste carte è avvenuta tra il XIII e il XIV secolo, sebbene all’epoca fossero ancora molto diverse da quelle che possiamo apprezzare oggi. Un mazzo del 1462, attualmente conservato presso il museo H. Fournier a Vitoria-Gasteiz, vede tutti i numerali di spade caratterizzati dalla presenza di una corona, mentre in altre versioni era possibile notare sugli ori figure come il Leone di Venezia o lo stemma di Marsiglia. Solo a partire dal XIX secolo in poi le carte trevigiane hanno iniziato a definire in maniera più stabile i loro standard.
Le carte più singolari dei mazzi trevigiani vengono individuati nei fanti e negli assi. In particolare, il fante di spade si differenzia dagli altri in quanto barbuto e soprattutto perché con la mano sinistra regge una testa mozzata. Questa carta è nota col nome di “pampalugo” o “vecia” e ricopre un ruolo non indifferente in alcuni specifici giochi, decretando la sconfitta di chi se la ritrova in mano a fine partita. In alcune zone tutti i fanti sono conosciuti però come “vecie” e quello di spade viene chiamato anche “vecia scapelada”. La vera peculiarità delle carte trevisane risiede però nei motti e nei proverbi stampati sugli assi, una tendenza che si è affermata a partire dal XIX secolo. Sull’asso di bastoni delle trevisane si legge “Se ti perdi tuo danno”, sull’asso di coppe “Per un punto Martin perse la cappa”. L’asso di denari recita “Non val saper a chi ha fortuna contra”. Infine, l’asso di spade delle carte trevigiane reca la scritta “Non ti fidar se il cuor ti manca”. Anche grazie a questi dettagli le carte di Treviso sono diventate nel tempo dei veri e propri oggetti da collezione.
Le carte trevigiane possono essere impiegate naturalmente per tutti i giochi che si possono effettuare con i mazzi regionali. Su tutti spiccano la briscola, la scopa, il tressette e il sette e mezzo. Se si dispone di un mazzo da 52 carte, basta rimuovere gli 8, i 9, i 10 e gli eventuali jolly prima di iniziare una partita. Le regole della scopa e di tutti gli altri giochi simili non fanno certo distinzioni tra i mazzi che vengono utilizzati. D’altronde, c’è chi con le carte trevisane si diverte persino a realizzare svariati tipi di solitari, come ad esempio il solitario “Napoleone”, quello “a quattro colonne” o quello “a croce”, tuttavia questo tipo di mazzo non viene preso in considerazione nei giochi di carte in rete, che di solito prediligono le carte napoletane quando si ha a che fare con briscola et similia. Ad ogni modo, non esistono giochi che si possono praticare esclusivamente con le carte trevigiane.