I giochi di carte italiani sono ancora oggi molto diffusi e nonostante l’avvento del digitale molti di essi continuano ad essere praticati dal vivo. D’altro canto, alcuni giochi sono noti per essere soprattutto dei passatempi natalizi, come nel caso del 31, che può accogliere un numero indefinito di partecipanti. Di norma si gioca scommettendo piccole somme, un po’ come nella tombola: ne consegue che il premio finale non sarà particolarmente cospicuo. Il gioco di carte 31 presenta diverse similitudini con la Mambassa e la Petrangola.
In questo articolo tratteremo:
Per giocare a 31 si utilizza il mazzo regionale napoletano. Non sono pochi i giochi di carte della tradizione italiana a sfruttare proprio questo mazzo specifico e, insieme a quelli che richiedono invece i mazzi francesi, i giochi con le carte napoletane rimangono ancora oggi tra i più gettonati nello Stivale. Naturalmente, è possibile operare anche con i mazzi simili, pertanto si può praticare ad esempio il gioco 31 con le carte siciliane. Le carte numeriche conservano il loro valore nominale, mentre tutte le figure valgono 10 punti e gli assi ne assegnano 11. Lo scopo è quello di eliminare a poco a poco i vari giocatori fino a rimanere l’unico in gioco. A questo punto un quesito preliminare è d’obbligo: quante carte si danno a trentuno? A inizio partita il mazziere distribuisce 3 carte a testa, coperte. Una volta riposto in mezzo al tavolo le altre carte, se ne scopre una di fianco, che può essere prelevata dal primo giocatore di mano od essere impiegata come base per la pila degli scarti. I partecipanti possono scegliere se prendere ad ogni turno una carta dal mazzo o dalla cima degli scarti, al fine di incrementare il proprio punteggio sommando il valore della carta pescata a quelle dello stesso seme che si possiedono già in mano. Il massimo punteggio ottenibile è 31, che si può totalizzare soltanto tramite un asso e due figure. Chi arriva a tale soglia può esibire seduta stante le proprie carte facendo sì che tutti gli altri giocatori perdano una delle vite a disposizione, a meno che nel giro precedente uno dei partecipanti non abbia provveduto a “bussare”, dando il via all’ultimo turno. Alla fine chi si ritrova con il punteggio inferiore perde una vita e in caso di ex aequo tutti i giocatori interessati seguono tale sorte. Il numero di vite a disposizione è a discrezione dei giocatori, ma in genere si parte da un minimo di 3, talvolta con la possibilità di ottenere vite aggiuntive previo pagamento di un contributo per il piatto dopo essere stati eliminati.
Nel 31 la strategia fa la sua parte solo fino ad un certo punto. A differenza di quanto avviene nei più comuni giochi di carte online, le variabili che possono cambiare lo sviluppo di una partita risiedono principalmente nella scelta del mazzo dal quale pescare ad ogni turno e nella facoltà di “bussare” per provare a mettere in difficoltà coloro che magari non hanno ancora ottenuto un punteggio abbastanza elevato. Certamente anche la fortuna ricopre un ruolo non indifferente, ma i giocatori più esperti sono quelli che osservano costantemente le mosse degli altri, soprattutto quando pescano dalla pila degli scarti, in modo da evitare di scartare in un turno successivo una carta utile ad un avversario seduto nelle proprie vicinanze. In alcuni casi scartare l’asso di un seme, per quanto rischioso, potrebbe sconquassare i piani di un giocatore più distante che vedendosi negata la possibilità di arrivare all’ambito 31 potrebbe cambiare gioco e iniziare di riffa o di raffa ad accumulare punti attraverso un altro seme. L’obiettivo rimino rimane quello di raggiungere un punteggio sufficientemente alto per salvarsi quando si “busserà”. In media, quando si gioca in tanti possono bastare anche meno di 20 punti per evitare di perdere una vita.
Non tutti tendono a seguire un regolamento standard quando si gioca a 31 e di conseguenza non sono pochi i dubbi in merito. Ad esempio, non è possibile affermare con precisione quando si può bussare a 31: la “bussata” potrebbe essere concessa a prescindere dal punteggio che si detiene in quel momento, ma in tanti preferiscono renderla possibile solo quando si possiedono almeno 21 o 25 punti. In ogni caso, non è possibile “bussare” e non si può fare 31 al primo giro. A seconda delle regole stabilite “bussare” può servire anche per prevenire il 31: se un giocatore dovesse ottenere il massimo punteggio dopo che un altro partecipante ha già “bussato”, non potrebbe togliere le vite a tutti, ma c’è chi permette che il 31 svolga le sue funzioni sempre e comunque, colpendo anche chi ha “bussato”. Insomma, le regole del gioco 31 sono piuttosto flessibili e le casistiche particolari non mancano. Quando gli ultimi due giocatori si presentano all’ultimo round con una vita a testa si può scegliere di dividere il piatto a metà senza proclamare un vincitore, ma se decidessero di proseguire e si ritrovassero con lo stesso punteggio si potrebbe penalizzare quello che ha “bussato”. Se si è in tanti, è possibile giocare adoperando due mazzi di carte, ma a quel punto bisognerà arrivare a 32 e non a 31 per far perdere una vita ad ogni partecipante.