Il tressette è uno dei giochi di carte più famoso e apprezzato nel Sud Italia, ma non solo. Viene giocato molto, infatti, anche nelle aree geografiche che hanno subito nel passato una dominazione veneziana.
Pensiamo per esempio alla zona della Dalmazia in Croazia o alla vicina Slovenia. Inoltre molti immigrati hanno importato il gioco in altre parti del mondo.
Ma come mai il tressette si è diffuso proprio in certe zone? Come è nato il gioco e quale diffusione ha avuto nei secoli? Proviamo a riassumere la sua storia fin dalle origini. Vi avvisiamo però che le certezze sono poche nella nostra ricostruzione.
Del resto il tressette è un gioco con forti sfumature regionali. Le differenze si riscontrano dalla regole alle abitudini al tavolo. Di fatto solo le regole di base sono rimaste intatte ovunque. Tutto il resto è abbastanza fumoso, a partire dal perché del nome ‘tressette’…

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L’origine del nome

Già analizzando la storia del nome di questo gioco ci si perde in varie ipotesi. Pare che inizialmente il tressette prevedesse che anche i Sette valessero 1/3 di punto. Allora si spiegherebbe il senso di citare proprio il Tre e il Sette: sono i due numeri che comprendono tutte le carte con un valore non nullo. Il nome ricordava insomma quali erano le carte importanti da avere in mano e nel proprio mazzetto. A quanto pare il povero Sette è stato relegato tra le scartine successivamente per dare una maggiore scorrevolezza al gioco e per evitare troppi pareggi. Il nome però sarebbe rimasto nei secoli.
Tuttavia, ci sono ipotesi diverse che spiegherebbero il nome del tressette. In epoca più recente, alcuni giocatori hanno introdotto una regola locale che scatta quando un giocatore riceve tre Sette all’inizio di una mano. Quel giocatore ha il diritto a richiedere l’annullamento della mano stessa. Non stiamo parlando di una regola ufficiale, ma questa variante forse è diventata abbastanza diffusa da consolidare anche il nome ‘tressette’ per il gioco.
Il noto sacerdote Chitarrella (di cui parleremo in seguito) suggerisce che il nome ‘tressette’ deriva da alcune varianti, nelle quali avere tre Sette al momento del conteggio assegna tre punti. L’ultima ipotesi è quella citata da Vitantonio Lozupone ne ‘Il libro del Tressette’ (edito da Mursia nel 1981). Lozupone spiega che il Tre nel Tressette equivale al Sette nella Primiera: sono le carte con il maggior valore, quindi “il Tre è il Sette” per chi arriva dalla Primiera.

La leggenda dei quattri muti

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Passando all’origine del gioco vero e proprio, non abbiamo grandi certezze. C’è chi dice che il tressette abbia origini spagnole nel XVII secolo, ma in realtà le prime testimonianze scritte le troviamo nella città di Napoli.
Uno dei più antichi documenti che parla del tressette è quello della Prammatica emanata nell’agosto 1631 dal Vicerè di Napoli, duca di Monterey. Il documento è conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli e una sua scansione si può reperire nella Biblioteca FIGS nella sezione dedicata.
Altre tracce antiche del secolo XVII le troviamo nella canzone “Michelemmà”. Siamo tra il 1650 e il 1670 e le parole recitano: “È nata in miezzo al mare una scarola e i turchi se la jocano a Tressette, e i turchi se la jocano a Primera“.
Tenete presente che il tressette, fra i giochi di carte italiani, è uno di quelli che si presta maggiormente a varianti e scala bene in base al numero di giocatori giocatori. Per questo non sempre è chiaramente identificabile nelle tracce storiche.
Comunque sia, trattato sul tressette più antico che oggi si conosca è quello di Domenico Mantovano. Parliamo di un vero e proprio manuale tecnico del gioco scritto in lingua italiana. Non conosciamo però le date esatte di stampa del libretto. Sappiamo solo che si intitola ‘Il tresette in disciplina o siano alcune regole da osservarsi nel nobilissimo gioco di tresette estese da Domenico Mantoano‘. La terza edizione potrebbe risalire agli anni tra il 1619 ed il 1710.
Sempre tra i primi testi conosciuti c’è quello di Biondelli (LUDUS vulgo dictus tresette in quattro latino metro descriptus, ed. Bazachi, Piacenza 1726). Il testo è conservato dalla Biblioteca Universitaria di Bologna e l’unica copia conosciuta è scaricabile dal sito FIGS.
Esistono poi altri manoscritti. Citiamo per esempio ‘Il trionfo del Tressette (poema eroico-gioioso di un patrizio veneto), scritto da Giovan Battista Morelli e pubblicato a Venezia nel 1756.
Il più noto, però, resta quello del sacerdote partenopeo Marcello Chitarrella, di cui la più antica stampa pervenutaci è quella del 1840 (De Regulis Ludendi ac Solvendi in Mediatore et Tresseptem, ed. Cataneo, Napoli) conservata alla Biblioteca Casanatense di Roma. Se cercate informazioni in rete sul tressette, sicuramente troverete le citazioni del Chitarella.
 
 
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