Storia dei videogiochi e dei benefici che portano - -
Storia dei videogiochi e dei benefici che portano

I videogiochi dalle origini ai giorni nostri

La storia dei videogiochi ci dimostra che questo intrattenimento ha radici in realtà profonde, e porta dei benefici innegabili che possono essere chiamati in causa quando questa passione viene denigrata e ritenuta inutile e dannosa.

Quante volte, in particolar modo da piccoli, ci siamo sentiti dire da mamma frasi del tipo “la vuoi smettere con quei videogiochi? Ti faranno male!”, oppure “ancora davanti  a quei videogame? Prima o poi ti rincitrulliscono!”.

Per carità, dal punto di vista genitoriale sono frasi perfettamente comprensibili, e sicuramente l’abuso indiscriminato di videogames non può portare a nulla di buono, ma alcuni studi degli ultimi anni sono venuti a conforto di chi, come noi, era uno smanettone delle console. E l’evoluzione straordinaria delle piattaforme di gioco, peraltro, testimonia che i videogames sono diventati parte integrante della cultura ludica internazionale.

 - -

La storia dei videogiochi

E pensare che l’annosa diatriba circa i benefici o i presunti danni che portano i giochi elettronici esiste praticamente dalla nascita dei videogiochi stessi, che avvenne addirittura al termine degli anni ’40.

Le origini dei videogiochi partono da molto lontano e da ambienti in realtà distanti dall’industria dell’intrattenimento, e i primi esperimenti erano solo dei semplici impulsi vettoriali su schermo, sperimentati in laboratori di ricerca.

Per avere il primo videogioco interattivo si dovrà aspettare il 1961, con l’apparizione di Spacewar!, realizzato MIT di Boston, che iniziò a divertire milioni di ragazzi. Ma la vera rivoluzione arrivò nel 1971, quando i futuri fondatori di Atari coniarono il titolo “Computer Space”, primo videogioco a gettoni di sempre.

Il costo elevato e difficilmente sostenibile nella distribuzione di massa portò a numerose modifiche, sia hardware che software, e negli anni successivi fece la sua comparsa l’iconico gioco Pong.

Fu il preludio per l’arrivo degli home game system, che proprio Atari iniziò a distribuire nel mondo a partire dal 1977, periodo di uscita di titoli come Pac-Man o Space Invaders.

Ormai l’ascesa divenne inarrestabile, col mitico Commodore 64 ogni ragazzino italiano poteva giocare a basso costo ai suoi videogiochi preferiti anche da casa.

A metà anni ’80, poi, la storia dei videogiochi fu segnata dallo scontro di due colossi giapponesi: da una parte la Nintendo, produttrice della console “Nes” e dei personaggi Super Mario, Zelda e Donkey Kong (e più recentemente dei celebri Pokemon); dall’altra la Sega, genitore del  “Sega Master System” e di Sonic, Alex Kidd e Golden Axe.

La straordinaria battaglia sul mercato tra le due aziende produttrici proseguì per anni e anni, producendo fior di console sempre più moderne e potenti, oltre a videogiochi oltremisura divertenti ed avanzati. Da una parte si è andati dal Super Nintendo alla Playstation, dall’altra dal Sega Mega Drive al Dreamcast.

Avvicinandosi ai giorni nostri, fu Microsoft a stravolgere ulteriormente un mercato straordinariamente fiorente, con l’introduzione di XBOX e dei giochi in rete. Titoli come Sims o Halo sono tuttora tra i più gettonati tra i giocatori di ogni età.
La storia dei videogiochi è in continua e rapida evoluzione e oggi pare non sia necessario possedere una console per giocare: tante volte è sufficiente un tablet o uno smartphone per connettersi e sfidare il mondo intero. Fortnite è solo il capostipite di una saga che, siamo certi, è destinata a durare ancora a lungo.

La frontiera dell’online ha profondamente modificato il modo di divertirsi con il gioco, investendo non solo i videogames ma tutto l’intrattenimento in genere, come dimostrato dalla nascita dei casinò online.

Insomma i videogames si sono evoluti e hanno contribuito anche all’evoluzione dell’intrattenimento in generale.

I benefici cognitivi dei videogiochi

Come anticipato inizialmente, a fronte della loro (lunghissima) storia i videogiochi sono anche stati criticati per presunti effetti negativi sui giocatori.

Detto che ogni abuso è senza dubbio sbagliato e da moderare, senz’altro alcuni studi sono venuti in ausilio degli appassionati.

È stato infatti dimostrato da numerosi studi psicologici che i videogiochi:

  1. Migliorano la coordinazione (grazie all’acquisizione di cognizioni visuo-motorie);
  2. Migliorano le capacità di problem solving;
  3. Potenziano la memoria (sollecitando in particolare i processi visivi);
  4. Migliorano attenzione e concentrazione (imponendo di utilizzare un basso tempo di reazione ad ogni problema posto);
  5. Costituiscono fonte di apprendimento;
  6. Migliorano la reattività del cervello (tramite le sollecitazioni derivanti dai continui diversi problemi da risolvere);
  7. Migliorano le capacità di multitasking (alzando il livello di attenzione si aumenta la capacità di svolgere più mansioni allo stesso tempo);
  8. Migliorano i rapporti interpersonali. 

Questi sono solo alcuni dei benefici, che in realtà sembrerebbero essere ancora di più, con buona pace delle mamme che volevano dirottarci sui libri fin dal primo pomeriggio!