La storia del biliardino: dove e come nasce - -
La storia del biliardino: dove e come nasce

Momento confessione: è stato un racconto davvero duro. Sì, perché nell’origine del calciobalilla non si pensava potesse esistere ancora oggi una querelle di queste dimensioni. Partiamo dalle basi: il calcetto, biliardino, calcio da tavolo – qui scegliete voi in base alla vostra esperienza – è un gioco estremamente caratteristico e singolare, lo troviamo praticamente in ogni bar ed è parte fondamentale della storia delle nostre città. Quanti pomeriggi a lanciare monete e gettoni con gli amici, sere in cui c’era freddo, notti in cui faceva troppo caldo.
Il calciobalilla è cresciuto insieme a noi e si è fatto produttore di emozioni, momenti in cui ci siamo abbracciati come fossimo giocatori di Serie A nel momento in cui segnavamo fortunatamente nella porta avversaria. E che chi ha anche buttato giù, girando le manopole per disperazione, quindi rullando e facendo arrabbiare l’amico di turno. Alla fine, l’importante era colpire la palla e non perdere tempo. Soprattutto, tirar fuori una bomba imparabile. Già, che tempi.

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Con questo gioco sono nate amicizia e sono state provocate risse – spesso per giocate ingiuste -, e comunque diversamente dalla vita, almeno lì, la vendetta era economica e quasi sempre dolce. Per i più fortunati, serviva pure ad approcciare. Uno dei primi terreni di conquista della propria personalità.
Ma sappiamo da dove proviene un gioco così tipico e così presente nella memoria di tutti? Com’è stato effettivamente creato? O chi è stato, sostanzialmente, il proprio inventore. Se qualche volte ti hanno fatto o ti sei fatto queste domande, proveremo qui a dare una risposta a tutti i quesiti. Ecco a voi, il racconto delle curiosità sull’invenzione del biliardino.
Sembra ormai che sia stata fatta chiarezza: questo tipo di tavoli da gioco sono nati tra gli anni Venti e Trenta in Germania. Parallelamente, alcuni sono sorti pure in Francia. Comunque, l’invenzione del biliardino sono in tanti ad attribuirla a uno spagnolo, il gallego Aleandro Finisterre, di cui quest’anno ricorre il centenario della sua nascita. Pare che, trovandosi in un ospedale di Barcellona – precisamente nel Colonia Puig di Montserrat – mentre recuperava da alcune ferite subite durante i bombardamenti della Guerra Civile spagnola, l’uomo decise di creare un gioco per passare i giorni di ricovero, favorendo il recupero di tutti coloro costretti, come lui, a subire dolorose terapie e trattamenti.

La storia del calciobalilla: in tempi di guerra, il sollievo

Era anche che la maggior parte dei pazienti, uomini giovani e tanti ragazzi adolescenti, si trovavano lì per le stesse problematiche. Molti di loro avevano sofferto profonde ferite e amputazioni. Colpa delle bombe e di altre terribili armi. In tanti, tantissimi, erano alle prese con gravi conseguenze: difficilmente sarebbero tornati a correre dietro un pallone, allora lo sport più in voga in Spagna e nell’Europa intera. Così, con il sogno di sollevare gli animi dei giovani in ospedale, Finisterre decise di creare questo tavolo di legno e di organizzare campionati. Allora, i lunghi giorni di recupero iniziarono ad accorciarsi. Quantomeno, a essere poco più divertenti.
Finisterre era un grande appassionato di tennis da tavolo, così pensò che se uno sport come il tennis era diventato oggetto di intrattenimento su un tavolo di legno, perché non poteva accadere lo stesso con il calcio? Invertendo quest’idea, chiese aiuto al falegname che lavorava all’ospedale, il basco Francisco Javier Altuna, il quale subito si mostrò felice di appoggiarlo in questa missione. Seguendo le istruzione dategli da Alejandro, continue e precise, l’uomo fabbricò il primo ‘futbolin’ con gli omini di legno dipinti e assemblati con un’asta messa orizzontalmente su una struttura di legno impiallacciata. Ai due lati esterni, un’apertura con una rete: sarebbero state le porte. Eccolo, il biliardino.

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Nel 1937, il padre del biliardino brevetta la sua invenzione. Ma, si racconta, che sulla strada verso la Francia – il trasferimento in terra transalpina fu dovuto al suo desiderio di staccarsi dal regime franchista – perse tutte le carte da lavoro, inclusa il certificato di brevetto e i piani del primo calcetto. Colpa di una terribile e fatidica tormenta di neve. Pazzesco.
Finisterre spese molti anni fuori dalla Spagna, ma non solo in Francia: andò anche in America, visse in posti incredibili come Ecuador, Guatemala e Messico. Perfezionò e mise in commercio la sua invenzione, promuovendo la poesia e la cultura spagnola giacché, e questo è da sottolineare, Alejandro Finisterre era un editore e il massimo conservatore e difensore dell’opera di Leon Felipe. Non rientrerà in Spagna fino al 1976, al termine della dittatura.
Come potete vedere, l’origine del biliardino non è solo la storia della creazione di un semplice gioco per ragazzi: è soprattutto l’idea meravigliosa di un uomo che seppe ridare un sogno a una generazione di giovani affranti, delusi e soprattutto feriti dai conflitti bellici. Fu una missione di un uomo estremamente intelligente. Un brevetto perso o mai consegnato, non ci farà mai credere in nessun’altra storia, perché niente è più dolce di un sogno realizzato.
 
 
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