La Roulette online è sicuramente uno dei giochi più apprezzati dagli appassionati di Casinò, anche perché derivazione diretta di un gioco popolarissimo – prima in Europa e poi in tutto il mondo – da almeno 3 secoli. Da una parte anche un neofita può giocare subito senza sapere molto sulle regole, dall’altra anche la possibilità di fare puntate diverse a seconda della disponibilità e dal rischio che si vuole intraprendere (dal numero secco per provare a vincere trentasei volte la posta, fino al semplice raddoppio del rosso o del nero per esempio).
Come sappiamo il banco parte sempre in vantaggio come probabilità di vincita, eppure nei racconti di Casinò diventati poi quasi leggende, ci sono anche storie di grandi vincitori (almeno sul breve periodo) che hanno saputo sfruttare difetti della ruota, le nuove tecnologie disponibili o serate di grande fortuna. Eccone alcune che hanno fatto la storia.
La storia delle grandi vincite comincia da lontano, in un momento storico in cui certo i controlli non erano efficienti come ora. E il buon “JJ”, meccanico di professione, sapeva che non tutte le roulette potevano essere precise al 100% nella casualità dei numeri, proprio per qualche possibile difetto di fabbrica. Ecco allora che cominciò a monitorare tutte le Roulette del Casinò di Montecarlo, riuscendo in effetti a scovare una della ruote che aveva una frequenza decisamente più alta del normale in almeno 9 numeri.
Inutile dire che cominciò a battere sempre quelli andando a incrementare il valore delle puntate riuscendo in una settimana ad arrivare a oltre 2 milioni di Franchi di vincita (una cifra incredibile per l’epoca). Altrettanto superfluo sottolineare come la casa da gioco intuì presto che qualcosa non andava e dopo aver provato a cambiare semplicemente posizione alle varie macchine (cosa che Jaggers capì ben presto riadattandosi), svolsero un’accurata revisione delle stesse risolvendo il difetto originale. Jaggers continuò a giocare, e perdere, fino ad assestarsi sul milione e mezzo di vincita. Quindi smise, così come aveva iniziato godendosi i frutti.
Stessa location, il Casinò di Montecarlo, probabilmente anche stessa motivazione (un errore di fabbricazione della ruota). In questo caso, però, nessuna consapevolezza apparente. Molto semplicemente in quell’estate del 1891, Charles Wells cominciò a puntare poco sui suoi numeri fortunati, aumentando poi pian piano il valore delle sue puntate a seguito di un’incredibile serie fortunata (leggenda vuole che il suo “2” fortunato sia uscito per ben 5 volte di seguito…), che fece addirittura “saltare il banco”.
Un’impresa che suscitò talmente tanto scalpore, da divenire poi in seguito un film a Hollywood con un titolo che non lasciava molto all’immaginazione: “The man who broke the bank at the Montecarlo” (“L’uomo che fece saltare il banco a Montecarlo”).
Ancora una volta parliamo di una cifra incredibile vinta alle Roulette, proprio per via di difetti fisici di costruzione. Questa volta però siamo in Italia, al Casinò di Sanremo, che nel 1969 visse alcuni mesi di grande crisi proprio per via di Richard Jarecki, capace in un solo giorno di piazzare vincite per un ammontare di oltre 120 milioni di lire. Tanti, troppi per il Casinò, che decise di sospenderlo per almeno due settimane.
Finita la “punizione” però, Jarecki tornò a giocare e tornò immediatamente a vincere alla roulette. Anche in questo caso nessun tentativo di cambiare le carte in tavola (spostare le roulette) funzionò, visto che dopo un breve periodo di adattamento riuscì subito a scovare di nuovo quella fallace e puntare di conseguenza. Malgrado la sua intenzione di vincere con costanza ma non eccessivamente, tutti gli avventori ben presto seguirono le sue puntate, costringendo il Casinò a sospenderlo definitivamente. Si narra che in quel periodo, Jarecki riuscì a vincere l’impressionante cifra di quasi 600 milioni di lire.
Malgrado il nome altisonante, in realtà le vincite furono del tutto legali. Va fatta però una doverosa premessa, poiché in questo caso parliamo infatti di semplice scienza.
Tutti ci siamo chiesti almeno una volta se il croupier sappia dove andrà a finire la pallina. Bene, la domanda se l’era posta molto tempo prima William Nelson Darnborough, che nel 1912 per primo ebbe la capacità (e l’intuizione) di capire che il movimento della pallina potesse in qualche modo essere predetto scientificamente.
Le sue capacità però erano innate e naturali, mentre passarono molti anni prima che la tecnologia offrisse una reale possibilità di studio in quel senso. Furono così per primi Shannon e Thorpe, affermati geni della matematica, a creare il primo esperimento sul campo con l’aiuto di sensori e telecamere utili per rilevare informazioni sul movimento della pallina e tramite sofisticati algoritmi, predirne il settore di uscita. Gli studi stabilirono un vantaggio del 44% rispetto al banco, tanto che decisero davvero di provarlo a Las Vegas. I tantissimo problemi logistici dovuti alla non ancora sofisticata tecnologia, non consentirono però di proseguire l’esperimento.
Tutto questo servì invece come apripista per un altro filone di vincitori, non più e non solo per i difetti delle macchine, ma – al contrario – utilizzando proprio altri macchinari per stabilirne la fisica stessa. Arrivarono così nel 1978 i “The Eudaemons“, che grazie a micro computer e solenoidi, riuscirono a Las Vegas a dimostrare che la possibilità di predizione fosse reale e vincente. Vinsero solo 10.000$ per ulteriori problematiche tecniche, ma la dimostrazione stessa che fosse possibile, convinse le case da gioco di Las Vegas a proibire qualunque dispositivo elettronico ai tavoli.
Per questo, nel 2004, la “Banda del Ritz” fu costretta a testare i suoi dispositivi al Ritz di Londra, dove ancora non vigeva questo divieto. Strumentazioni più moderne e l’uso di telefonini, li portarono a vincere ben 1.300.000 sterline in soli due giorni. Ma proprio le loro puntate un po’ eccessive attirarono subito l’attenzione e il gruppo venne scoperto da Scotland Yard. Tuttavia, dopo aver bloccato i loro averi per quasi un anno, le forze dell’ordine non poterono fare altro che restituire tutto, in quanto queste persone non avevano in effetti violato nessun regolamento vigente. Fino a quel momento ovviamente, perché da lì in poi il divieto dei dispositivi elettronici arrivò anche in tutta Europa.
Stesso anno, ma di tutt’altro genere, la storia di Ashley Revell, divenuta poi famosa e virale grazie a un video che ne narra le gesta. L’idea di Ashley era semplice quanto folle. A 32 anni decise di vendere tutti i suoi averi (e intendo proprio tutti… mutande comprese) e racimolare quanto più possibile da giocarsi in un solo colpo di Rosso o Nero a Las Vegas. Non proprio un comportamento da imitare, poiché come sappiamo al gioco ci si deve rapportare in maniera molto più equilibrata e serena.
Tornando a Revell, tramite la vendita dei beni accumulò circa 80.000 sterline che cambiò con 135.000 dollari in fiches al Casinò Plaza. Li mise tutti sul rosso (la sua prima intenzione era il nero, ma un sondaggio che coinvolse la popolazione inglese risultò dare come “rosso” il favorito) e dopo interminabili attimi di tensione, la pallina finì effettivamente sul “7” rosso consegnandogli la vincita. Quando si dice “Don’t try this at home“…
Piove sul bagnato, potremmo dire. Sì, perché Pedro Grendene Bartelle non aveva bisogno di questi soldi, essendo il rampollo di una delle famiglie più ricche del Brasile. Ciononostante, l’adrenalina doveva essere comunque alta quando, insieme ai suoi tanti amici, decise di puntare tutti insieme ben 100.000$ sul numero “32”. Così, a secco, dal nulla.
Morale della favola, la pallina che si ferma proprio su quel numero e gli porta in dote ben 3,5 milioni di dollari. Da dividere ovviamente tra gli amici, che lo avevano seguito in questo “colpo di testa”.