Il poker è un gioco fatto di varie componenti. La fortuna può avere il suo peso, la psicologia pure. Ma alla fine la base del gioco è costituita dalla matematica. In particolare è il calcolo delle probabilità a pesare tantissimo in una strategia vincente.
Quanto ne sapete voi di percentuali del poker? Forse è il caso di fare un ripassino… Tutti sappiamo, per esempio, che ricevere una coppia un mano è un grande vantaggio e che due assi sono la miglior mano di partenza possibile. Però ogni quanto possiamo sperare di ricevere una bella coppia?
Oppure, cambiando argomento, voi sapete dire sempre quali percentuali di vittoria hanno due mani che si scontrano in uno showdown preflop? Non vale citare il cosiddetto “coin-flip”, che è ovviamente una situazione in cui siamo al 50%…
Partiamo proprio dall’inizio. Nel poker, giocato nella variante Texas Hold’em, esistono 2.598.960 possibili combinazioni di cinque carte. Il numero vi fa paura, vero?
Non preoccupatevi. In realtà basta sapersi destreggiare inizialmente tra le 2.652 mani diverse di partenza. In mezzo a queste “starting hands”, ci sono 1.326 possibili diverse coppie di carte iniziali. Sintetizzando, però, le varie coppie esistenti sono solo 13: quelle che vanno dall’asso al Re, o dal 2 all’Asso se preferite.
Una coppia qualsiasi la avremo in mano 1 volta su 17 (5,9%). Una determinata coppia (per esempio i sempre benvenuti assi) ci capiterà in media 1 volta su 221. Diciamolo per sicurezza: ricevere A-A ha la stessa probabilità di ricevere 2-2.
Due carte dello stesso seme, le famose carte “suited’, ci capiteranno invece 1 volta su 4,25. Capite che non è un’eventualità così rara. I principianti tendono a giocare le carte dello stesso seme, indipendentemente dal loro valore, ma è una tendenza che si rivela spesso disastrosa…
Proviamo a spingerci oltre. Se abbiamo una coppia in mano, quanto è raro incrociarne un’altra? La possibilità che un altro giocatore abbia una coppia contemporaneamente a voi sarà: 4/50 (4 son le carte dello stesso valore e 50 le rimanenti nel mazzo) moltiplicato per 3/49 (3 sono le carte restanti di quel valore e 49 le carte del mazzo). Il risultato è 12/2450. Siamo di poco sotto lo 0,5% (0,45% per l’esattezza).
Scendiamo ancor più nel dettaglio. Se abbiamo K-K come starting hand, quanta paura dobbiamo avere di sbattere contro A-A? Beh, questo sfortunatissimo “cooler” avviene nello 0,3% dei casi, ovvero una volta ogni 300 mani.
Il cosiddetto “showdown” è uno dei momenti più emozionanti del poker. Le puntate sono state fatte e bisogna girare le proprie carte. Quando stiamo giocando con degli stack non troppo profondi, magari in un torneo, lo showdown avviene molto spesso prima del flop. In questo caso si conoscono solo le mani dei giocatori ma non si può dire chi vincerà, visto che va girato ancora tutto il board… La componente aleatoria, dunque, è presente e si sente parecchio.
Quali sono allora gli scenari migliori e quelli peggiori che possiamo affrontare preflop in una partita di Texas Holdem?
Partiamo dalla miglior mano possibile sulla quale possiamo contare. Con A-A abbiamo al massimo in media l’85% di probabilità di vittoria, se affrontiamo un solo avversario. Si può scendere fino a 31% se gioca un intero tavolo da dieci posti! Vuol dire che vinceremo con gli assi una volta su tre contro nove avversari. Capite che la cosa è vantaggiosa per noi, ma la vittoria non è affatto certa. La cosa migliore è trovare un avversario solo con un asso: per esempio A-A contro A-Q ha oltre il 90% a favore!
Ci sono poi altre situazioni tipiche preflop, scontri tra due mani che i giocatori conoscono bene. Abbiamo già accennato per esempio al coin-flip, caso nel quale una coppia trova dall’altra parte due carte più alte ma non accoppiate. Solitamente in queste situazioni la coppia parte in leggero vantaggio, ma possiamo parlare di un 50 e 50. Esempio: 5-5 contro K-Q la spunta il 53% delle volte contro il 46%.
Se una coppietta incrocia una coppia più alta, sono invece dolori: siamo più o meno al 20% contro l’80%. Ci troviamo dominati anche se abbiamo una carta in comune con il nostro avversario, ma lui ha una seconda carta più altra della nostra. Esempio tipico: con A[c]-10[q] partiamo al 24% circa contro A[p]Q[f] che sta al 70%.
Meglio avere piuttosto una carta più alta rispetto alla coppia avversaria. In questo caso giochiamo circa al 30%. Possiamo sperare di spuntarla anche quando abbiamo due carte libere, nonostante siano più basse di quelle del nostro avversario. Supponiamo di avere 6[p]4[q] contro J[c]10[f]: qui siamo circa al 34% contro il 64% dell’avversario. Con dei connectors decenti, tipo 7[c]8[c], possiamo perfino sperare di scoppiare una coppia come Q[f]Q[p]nel 22% dei casi.
Può essere molto utile nel poker, infine, capire quante speranze abbiamo di migliorare un punto su cui possiamo già contare. Per esempio… Se abbiamo una coppia in mano, ogni quanto potrà diventare qualcosa di più interessante? Sappiate che potrà diventare un set al flop nel 12% dei casi circa e un set entro il river nel 20% dei casi.
Una coppia al flop invece diventa tris nel 4% dei casi al turn e nell’8% dei casi entro il river. Una doppia al flop, ancora meglio, diventa full nel 17% circa dei casi.
Ci sono poi i famigerati “draw“, ovvero i progetti di scala e/o di colore. Molto forte, per esempio, è il progetto di scala bilaterale (4/5 di scala con quattro valori consecutivi). Una bilaterale al flop si trasforma in scala nel 31% dei casi entro il river.
Il semplice “flush draw“, ovvero i 4/5/ di colore, si concretizza nel 35% dei casi. È preferibile avere in mano l’asso di quel seme: in tal modo possiamo anche essere sicuri di vincere con l’eventuale colore.
Ci sono infine i cosiddetti “combo draw‘, che prevedono la possibilità di vincere la mano chiudendo scala oppure anche colore. Si sale allora al 50% o anche oltre. Buona fortuna in ogni caso!
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