Il vocabolario del poker è ricchissimo ed è pieno di tecnicismi dal significato oscuro per molti principianti. Ci sono però alcuni termini che costituiscono proprio le basi del Texas Holdem, la variante più famosa e praticata nel mondo. Andiamo ad analizzare in particolare tre parole che tutti i pokeristi hanno sentito e utilizzato: Flop, Turn e River.
Di certo sapete cosa stanno a indicare, vero? Parliamo delle tre “strade” del board, ovvero dei tre momenti in cui il dealer di turno deve scoprire carte per i giocatori ancora coinvolti nella mano. Il Flop è un momento sempre cruciale perché si girano ben tre carte sul tavolo. Turn e River sono delle singole carte che però possono a loro volta sconvolgere tutta la mano.
Questo probabilmente già lo sapete, come dicevamo… Ma sapete perché Flop, Turn e River si chiamano proprio così? Che origini hanno questi tre celebri termini del poker? Proviamo a rispondere risalendo alle origini del gioco. Le informazioni a riguardo non sono sempre chiare, ma si possono fare almeno delle ipotesi.
Se traduciamo il termine inglese in italiano, potremmo ottenere qualcosa tipo “tonfo” o “schianto”. Qualcuno pensa che il Flop del poker voglia richiamare proprio il contatto delle prime tre carte comuni con il tavolo.
Secondo altri, invece, la parola Flop sarebbe un’onomatopea. I suoni della parola richiamerebbero quella sorta di fruscio che generano le tre carte distribuite dal dealer mentre toccano il panno verde.
Entrambe le soluzioni ci sembrano plausibili. Non c’entra niente invece il flop nel senso di “fallimento”. Volete sapere una curiosità in più? In origine il Flop del poker veniva chiamato Turn… Siete più confusi ora?
Anche il nomignolo della quarta carta del board non ha origini chiarissime. Ricorrendo di nuovo al traduttore, potremmo riflettere prima di tutto sul verbo “to turn”‘. Tale verbo di fa pensare a una svolta, un rovesciamento importante nello svolgimento della mano in corsa.
Più precisamente il temine Turn potrebbe derivare dal vocabolario delle corse dei cavalli: l’ultima curva del circuito ippico lancia la volata finale, mentre nel Texas Holdem il Turn conduce i giocatori fino alla fine della mano, ovvero fino al river. Aggiungiamo anche qui una precisazione: non c’entra nulla “turn” nel senso di “turno”.
Eccoci giunti al River, la carta più odiata da tantissimi giocatori. Qualcuno una volta ha detto: “Se non esistesse il River, saremmo tutti milionari grazie al poker“. Eppure c’è un aneddoto molto interessante legato al termine River, che ci fa riflettere sull’importanza di una quinta carta sul board.
Si dice che la parola risalga a delle partite disputate a bordo di alcune navi lungo il fiume Mississipi nel 1800. Durante queste partite, i bari si distribuivano una carta aggiuntiva per migliorare il loro punto, quando la mano avrebbe dovuto essere già finita. Se venivano beccati, finivano letteralmente nelle acque del fiume sottostante!
Ecco da dove deriva il nome della carta, che poneva fine alla mano e poteva anche anticipare un bagno indesiderato… In questo caso, quindi, il fiume c’entra eccome!
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