Poker tell: il linguaggio del corpo - -
Poker tell: il linguaggio del corpo

Avete sentito parlare dei cosiddetti ‘tell’ nel poker? Se siete dei giocatori di lunga data, allora sicuramente sarete già abituati a osservare i vostri avversari al tavolo, per cogliere qualche informazione in più dal loro linguaggio del corpo.

Se invece siete dei ‘grinder’ più affezionati ai tavoli online, forse le vostre energie sono più concentrate sullo studio dell’aspetto tecnico del gioco.

In ogni caso, sappiate che i tell nel poker ricoprono ancora un ruolo importante. Specialmente ai tavoli dal vivo, come è logico che sia. Sono stati scritti libri importanti su questo tema che sta molto a cuore alle vecchie volpi dei casinò.

Del resto il linguaggio del corpo è una forma umana ancestrale di espressione che precede perfino quella verbale. Occhi, viso e postura sono in grado di comunicare qualcosa anche quando non emettiamo alcuna parola.

Possono trasmettere informazioni, intenzioni o emozioni senza che ce ne rendiamo conto. Tutto ciò vale in un colloquio di lavoro, in un interrogatorio, in un appuntamento galante o appunto in una sessione di poker.

La ‘comunicazione non verbale‘ non è una scienza esatta, ma la sua interpretazione può rivelarsi importante in molti campi, come detto. Nel poker la componente psicologica comprende appunto anche l’interpretazione dei tell, ovvero di quei segnali che un giocatore dà involontariamente ma anche volontariamente.

Cosa significa? Beh, significa che dovete stare attenti a quei furboni che si comportano di proposito in un modo opposto a quello che ci aspetterebbe da loro, con lo scopo di ingannare gli altri. Non è facile ma ci dobbiamo provare. Facciamo qualche esempio per orientarci meglio tra i vari tell…

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Sono piccole cose che un giocatore fa quando non si sente osservato o di cui nemmeno si rende conto. Tutti abbiamo i nostri piccoli tic. Quando siamo nervosi, per esempio, ci passiamo la mano tra i capelli o muoviamo altre parti del corpo.

Un tell involontario, però, può essere qualcosa di diverso da un determinato movimento. Potrebbe riguardare anche l’abbigliamento o l’atteggiamento di un giocatore.

Andiamo con ordine. Già dalla prima impressione che ci dà un avversario possiamo raccogliere le prime informazioni. È un tipo spavaldo e arrogante? Oppure è timido, introverso? Già questo può farci indovinare qualcosa sul suo stile di gioco. Come impila le chips? Solitamente chi è ordinato con il suo stack adotta anche uno stile chiuso e prudente.

Quando si entra nel vivo del gioco, bisogna osservare come i giocatori si comportano nelle varie mani. Molti, per esempio, se ne stanno rilassati quando non sono troppo coinvolti, per poi raddrizzare la schiena quando hanno una buona mano e vogliono seguire bene l’andamento dell’azione.

Si può osservare anche la respirazione di un giocatore. A tal proposito bisogna capire se un battito aumentato corrisponde a una mano forte oppure a un bluff.

Passiamo a qualcosa di più concreto. Mettersi la mano davanti alla bocca può essere un tell, per esempio, in certi tipi di mani. Magari indica che quel player sta bluffando… Coprirsi la faccia è utile per non fornire indicazioni. Stesso ragionamento si può fare quando qualcuno continua a guardarsi intorno per paura di tradirsi guardando dritto negli occhi l’avversario.

Tell famosissimo e sempre valido è lo sguardo veloce alle chips. Quando checkiamo e l’avversario guarda subito alle proprie chips, significa che non vede l’ora di puntare. Probabilmente ha una mano forte ed è meglio credergli.

Infine, occhio alla gentilezza. Al tavolo da poker un giocatore simpatico e garbato può essere una bella insidia: si comporta così perché vuole creare un clima disteso e rilassato, un clima che gli permette di piazzare dei bei bluff senza che nessuno si ostini a fare lo ‘sceriffo’ con lui e a fare dei call al limite…

I tell volontari nel poker

Come dicevamo, esistono anche i tells volontari, detti ‘false tells’ o ‘revers tells’. In sostanza sono atteggiamenti che un giocatore assume quando recita una parte. Vuole far credere di essere un po’ uno sprovveduto al suo avversario, di fargli leggere dei finti tells in maniera errata. In pratica fa finta di essere forte quando ha una mano debole e viceversa.

Entriamo nel pratico. Se un giocatore sbuffa, si agita e dà a vedere di essere palesemente nervoso, probabilmente è tutta una scenetta. Nessuno è così sprovveduto da manifestare apertamente le proprie preoccupazioni al tavolo da poker.

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Un’altra situazione tipica è quella in cui un giocatore sta per puntare e l’altro già prepara le proprie chips per rispondere. In questi casi il secondo player solitamente sta solo cercando di intimidire il primo, sperando magari di poter contare su un doppio check.

Un altro atteggiamento intimidatorio può essere quello del fissare a lungo un avversario, studiando i suoi movimenti. In pratica chi si comporta così vuol mettere pressione all’altro e disincentivare giocate troppo creative. Non siate polli, non cascateci!

Purtroppo solo con l’esperienza ci si può convincere della veridicità di certi tells o dei loro reverse tells. Concentratevi quindi solo su quelli più affidabili e lasciate perdere il resto, se volete iniziare a vincere con costanza nel poker.

 

 

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