Nel poker per “posizioni” si intende, in parole povere, l’ordine con cui il giocatore è chiamato a parlare, in particolare prima del flop. O meglio, la posizione al tavolo di un giocatore è definita in base al posto in cui siede rispetto al bottone del dealer.
Perché è importante parlarne? Perché esistono posizioni migliori e peggiori. Posizioni che nel lungo termine ci possono far vincere tanti soldi e posizioni che invece ce li fanno perdere. Un motivo dovrebbe esservi chiaro: in base a come cambia la nostra posizione cambia anche la quantità di informazioni a nostra disposizione. Nelle posizioni più vantaggiose possiamo prendere decisioni in base alle azioni avversari che ci hanno preceduto.
Di conseguenza la posizione ha notevoli implicazioni nella strategia di gioco. Ecco perché si dice “avere posizione” quando parliamo dopo gli altri. Cerchiamo dunque, prima di tutto, di capire come si indicano le posizioni al tavolo e come bisogna giocare in base al nostro seat.
Naturalmente il numero delle posizioni varia in base al numero di giocatori al tavolo. Immaginiamo un tavolo “full ring” per capire quali sono tutte le posizioni esistenti.
La sigla UTG è molto famosa tra i pokeristi e indica probabilmente una delle posizioni più svantaggiose per un giocatore. Chi sta seduto Under The Gun, infatti, è il primo a parlare nel preflop e spesso uno dei primi a farlo anche dopo il flop.
Da questa posizione è consigliabile foldare la maggior parte delle mani di partenza, aprendo le danze solo con mani forti come delle belle coppie oppure degli assi bene accompagnati come A-K, A-Q, ecc…
Il discorso non cambia molto se passiamo all’UTG+1, ovvero il giocatore seduto alla sinistra dell’UTG. Esistono poi anche l’UTG+2 e l’UTG+3. I range consigliabili per questi giocatori diventano via via meno stretti, naturalmente.
I giocatori seduti nei posti in Middle Position sono considerati quelli un po’ “in mezzo al mare”: hanno già visto alcuni avversari in azione ma non hanno idea di quello che potrebbe combinare l’altra metà del tavolo. Perciò il range da MP varia molto in base al flow della partita, all’aggressività del tavolo o eventualmente in base alla fase del torneo in corso (se parliamo di tornei).
Aggiungiamo un dettaglio per i più tecnici: si possono usare le sigle MP1 o MP2 per indicare più precisamente in quale seat sta un giocatore in MP.
Ci avviciniamo al bottone con le posizioni che rientrano nel gruppo della Late Position, ambita da ogni player. Più precisamente, il giocatore seduto due posti a destra del bottone viene chiamato Hijack. È detto anche detto “cutoff-1”.
Ci avviciniamo ancor di più al bottone con il cutoff, il giocatore seduto esattamente alla destra del bottone. Qui i range si allargano ulteriormente e l’aggressività cresce. Il cutoff avrà spesso voglia di anticipare l’action del bottone e ciò potrebbe generare delle guerre di raise pericolose. Occhio!
Eccoci giunti alla posizione più ambita, pokeristicamente parlando, da ogni giocatore: il bottone o dealer. A ogni tavolo il bottone è facilmente riconoscibile da quel pezzo di plastica che gira in senso orario al tavolo.
Perché è così bello giocare da bottone? Perché dopo il flop tocca sempre al bottone parlare per ultimo. Ne consegue che sarà lui quello più avvantaggiato su ogni street dalla posizione e potrà tentare più bluff.
Giocare da bottone in maniera corretta è fondamentale, e traccia la linea di confine tra i giocatori forti e quelli mediocri. Sopratutto in tornei, o magari in sit&go turbo, saper sfruttare la posizione da bottone per rubare i bui, mixando aggressività e prudenza, fa tutta la differenza del mondo.
La sigla SB sta a indicare lo Small Blind, ovvero il Piccolo Buio. Questa è una delle posizioni più infelici per un giocatore. Lo SB sarà solitamente il primo a parlare dopo il flop e deve quindi stare attento a come entra in gioco preflop: chiamare in modo passivo un rilancio non è il massimo perché porta di solito a una condotta debole del colpo.
La sigla BB indica invece il Big Bling, ovvero il Grande Buio. In questa posizione si spendono tante chips senza nemmeno vedere le carte. È inevitabile perdere qualcosa nel lungo periodo, ma i bravi giocatori dal BB lottano per limitare queste perdite. Il range dunque va leggermente allargato e bisogna tentare dei controrilanci quando annusiamo intenzioni furtive da parte degli avversari. Buona fortuna!
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