Nel poker e in particolare nella variante del Texas Hold’em è possibile individuare numerose tipologie di giocatori, che si differenziano tra loro in primis per lo stile e il metodo che manifestano nel corso delle partite. Queste filosofie di gioco contribuiscono a delineare delle vere e proprie strategie di gioco al tavolo, che possono rivelarsi determinanti a seconda della situazione che ci si trova di fronte. I giocatori si distinguono soprattutto per l’aggressività e per la passività, due qualità antitetiche tra di loro. Analogamente, lo stile tight si contrappone a quello loose. Ogni tipo di giocatore va affrontato in maniera diversa, in quanto alcune mosse sono fortemente sconsigliate in certi casi.
Nel poker Texas Hold’em bisogna studiare le carte di partenza, decidere una strategia di puntata e capire anche contro chi si sta giocando. Se l’avversario gioca poche o molte mani, in modo aggressivo o più passivo, i comportamenti degli altri devono regolarsi di conseguenza. Ogni mossa va ponderata in base a ciò che si osserva sul tavolo verde. Non è possibile decifrare azioni che siano considerate corrette sempre e comunque, motivo per il quale è necessario fare pratica e acquisire esperienza per avere successo in questo gioco.
I giocatori aggressivi o “aggressive” puntano e rilanciano spesso, molto difficilmente si dedicano solo a check o call. Anche nel caso in cui siano i primi a parlare, se devono scegliere tra fare check o bet tendono a puntare e raramente lasciano la mano.
I giocatori passivi o “passive” prediligono il call al raise. Di solito, dunque, preferiscono chiamare piuttosto che rilanciare e lasciano le mani di frequente, perlopiù per incertezza o poca esperienza.
Anche la tipologia di gioco è da tenere fortemente in considerazione, in quanto un giocatore può essere chiuso o aperto.
I giocatori chiusi o “tight” giocano un numero limitato di mani al pre-flop, ossia quando si ritrovano con delle carte iniziali che li soddisfano. Di conseguenza non è difficile inquadrarli, perché se procedono con il raise significa che possiedono un buon punteggio in mano.
I giocatori aperti o “loose” preferiscono giocare molte mani e partecipano sempre al pre-flop così da vedere le 3 carte del flop. I giocatori loose giocano a prescindere se abbiano carte valide o meno, per cui tentare il bluff contro di loro espone a maggiori rischi.
Una volta appurate quali sono le condotte più comuni al tavolo verde, è possibile ricavare più tipologie di giocatori, ognuna con una serie di caratteristiche peculiari. Non è possibile classificare quale sia il profilo del giocatore ideale: ognuno ha le proprie convinzioni e il proprio modo di gestire la partita.
Il giocatore tight-aggressive o “TAG” sceglie bene le sue mani di partenza e gioca con stile aggressivo, evitando le mani che non reputa abbastanza valide. Ad adottare questa strategia sono soprattutto i neofiti, di quelli che si incontrano in tutte le varianti del poker. I giocatori di questo tipo possono essere affrontati evitando mani con kicker deboli come A-9 o K-10. In caso di posizione complicata, si consiglia di foldare perfino A-J o K-Q. Contro i giocatori TAG, che prediligono le mani forti, si può tranquillamente bluffare. Il giocatore aggressivo e chiuso è detto anche “shark”, ossia squalo, perché si fa notare specialmente quando si tratta di andare all’attacco.
Il giocatore loose-aggressive o “LAG” apre con un range di mani allargato rispetto ai “TAG” e gioca con più aggressività, quindi risulta meno prevedibile. I “LAG” riescono a conquistare piatti molto grandi con mani modeste o con monster hands nascoste, ma possono anche investire molte chips per poi foldare. Contro i “LAG” è possibile giocare le mani forti in modo aggressivo e le monster in slow-play, lasciando che sia solo l’avversario ad essere aggressivo e a mettere pressione sugli altri.
Il giocatore passivo e chiuso gioca solo quando ha delle buone carte, limitandosi al check e al call. Il giocatore eccessivamente tight-passive viene chiamato anche “rock” proprio perché gioca soltanto quando è più sicuro di sé. Chi possiede questo stile entra in poche mani agendo però in maniera confusa, preferendo la call anche quando sarebbe il caso di optare per un raise. Spesso parte con la mano più forte per poi venire scavalcato dai draw, senza rilanciare o proteggersi. Quasi sempre avanti nelle percentuali al flop, ma tende a far girare anche turn e river al proprio avversario ed è facilmente leggibile. Mette chips solo se le mettono gli altri.
Il giocatore passivo e aperto tradisce di solito la sua poca esperienza. Tende a prendere parte a molte mani, senza capire però come gestire le puntate e le size.
La cosiddetta “calling station” al tavolo è rappresentata da un giocatore che entra in molte mani, di solito passivamente. Anche nel poker online è possibile imbattersi in giocatori del genere. Una “calling station” corrisponde a un giocatore debole che non conosce molto bene le strategie di gioco e arriva allo showdown con mani poco appetibili. Viene considerato un errore non da poco provare a bluffare contro una “calling station”. Se pesca qualcosa sul board, questo tipo di giocatore è disposto a chiamare spesso fino al river, dunque serve possedere almeno una coppia contro questo tipo di avversario.
Il giocatore “maniac” è una variante del giocatore “LAG”, particolarmente aggressivo perché, fondamentalmente, fatica a seguire l’andamento del gioco e a decifrare che strategia adottare. Chi gioca di frequente sa che capita di incontrarne più di uno soprattutto nei freeroll, ossia i tornei gratuiti. Di solito, il giocatore “maniac” vince per pure combinazioni fortunate, più che per vera e propria abilità, in quanto il più delle volte distribuisce di fatto denaro agli altri. Basta attendere una buona mano contro un giocatore di questo tipo per ricevere le chips.