Il poker è il gioco in cui si bluffa di più in assoluto. Riuscire a trarre in inganno gli avversari è indubbiamente uno degli aspetti più divertenti e coinvolgenti di una partita. Non a caso, la traduzione di “bluff” può coincidere anche con il termine “montatura”. Spesso e volentieri, i giocatori più talentuosi riescono a trarsi di impaccio proprio avvalendosi di una tecnica tanto sopraffina. Non tutti i bluff, ovviamente, possono andare però a buon fine.
In questo articolo tratteremo:
Di regola, nel poker sono consentiti due tipi di puntata che i giocatori possono fare nel poker: la Value bet e il bluff. Nel primo caso, quando si punta per valore, si immagina di possedere la mano migliore e che si riceverà un call dall’avversario, in modo da incrementare la dimensione del piatto e guadagnare più chip. Se si bluffa, invece, la propria intenzione è quella di ricevere un fold. Il bluff gioca un ruolo fondamentale nelle strategie del poker, in quanto aiuta ad accumulare chip e a rendere le proprie scelte quasi imprevedibili. Perché il bluff riesca alla perfezione, però, bisogna fare attenzione ad ogni minimo particolare della comunicazione, anche al linguaggio del corpo. Lo scopo deve essere quello di far credere agli altri di possedere un punteggio diverso da quello effettivo, sia esso migliore o peggiore. Il bluff non deve essere visto come una mossa che aggira le regole in maniera borderline, anzi: ormai stabilmente fa parte del glossario del poker. Ogni giocatore dovrebbe essere in grado di riconoscere i momenti in cui fingere quando si trova al tavolo verde. Curiosamente, alle World Series of Poker il regolamento consente di mentire esplicitamente, mentre nelle partite più informali che si disputano in giro per l’Europa c’è un assoluto divieto in tal senso.
Imparare come bluffare a poker equivale in pratica a capire come vincere a poker. Lo sanno bene soprattutto i giocatori professionisti, che grazie a delle manovre particolarmente ragionate riescono a raggiungere risultati inaspettati anche ai tavoli più importanti. Tom “Durrrr” Dwan, ad esempio, era uno dei pokeristi più temuti proprio per i suoi bluff, sia dal vivo sia online. Un giocatore che sembrava buttare chip in maniera incondizionata, ma che in realtà attraverso i call riusciva a capire quali carte avessero i suoi avversari, arrivando ad essere in grado di farli foldare di proposito. Phil Ivey, invece, era capace di intuire se chi aveva di fronte si stesse lasciando o meno spazio per foldare, così da poter andare all-in in tutta tranquillità e mettere pressione. Non esistono consigli sul poker che possano valere per tutte le situazioni di gioco. Ogni bluff è personalizzabile. Le calling station e i principianti, comunque, vengono generalmente trascurati dagli amanti della strategia, perché non forniscono spunti interessanti per decifrare l’andamento della partita. I migliori bluff vengono rivolti infatti ai giocatori tight, che sono più inclini a foldare quando incontrano resistenza. Il bluff è detto “passivo” quando si possiedono delle buone carte e si vuole far credere il contrario, così da invogliare gli altri a puntare e fare crescere così il valore del piatto. Si parla invece di “semibluff” quando pur possedendo delle carte di scarso valore permarrebbe la possibilità di vincere anche qualora gli avversari coprissero le puntate del bluffatore di turno.
Giocare facendosi dominare dall’ansia porta inevitabilmente a sbagliare. Di conseguenza, anche un eventuale bluff può essere smascherato prima del tempo. La situazione da evitare assolutamente è quella di improntare a prescindere la propria giocata sul bluff, insistendo nel voler mettere pressione all’avversario anche se si possiedono carte di basso valore. I più spericolati arrivano persino ad andare all-in, ma i giocatori più attenti sono perfettamente in grado di riconoscere un tranello e di chiamare per aggiudicarsi comunque il piatto. Non sempre si può provare ad agire d’astuzia e alla lunga si rischia di risultare anche facilmente prevedibili. Ad ogni modo, saper bluffare è essenziale sia per chi siede ai tavoli dal vivo sia per chi vuole giocare a poker online, perché anche senza un vero contatto visivo con gli altri molte situazioni di gioco non cambiano. Se gli altri giocatori si concentrano esclusivamente sulla loro mano, ad esempio, bluffare potrebbe rivelarsi inutile a prescindere. Quando si rischia il tutto per tutto senza nemmeno coltivare delle vere e proprie speranze di vittoria, si parla di bluff “puro”.