Il poker è uno dei giochi di carte più diffusi e al tempo stesso più complessi del nostro tempo. I giocatori più esperti devono conoscere infatti a menadito tutti i meccanismi delle varie fasi di una partita per evitare facili sconfitte e capire quando cogliere il momento opportuno per eseguire una determinata mossa. Possedere buoni doti mnemoniche può essere utile per prevedere quali carte usciranno, ma sono tanti i fattori che inficiano le scelte dei pokeristi, specialmente per quanto riguarda l’entità delle loro puntate.
Quali sono esattamente le mosse nel poker? Escludendo il check e il fold, nel gioco esistono 3 tipologie differenti di puntata: call, bet e raise. Nel primo caso si chiede semplicemente di “vedere”, senza rilanciare e pareggiando dunque la puntata dichiarata dal giocatore precedente. Di conseguenza si continua la partita osservando il gioco degli altri e in particolare le mosse del giocatore che aveva precedentemente rilanciato. Se si evita di fare call dopo una puntata e non ci sono i presupposti per rilanciare, l’unica opzione a disposizione rimane quella di foldare, cioè di ritirarsi dalla mano in corso. Il bet, come indicato anche nel glossario del poker, rappresenta invece la classica puntata, precisamente la prima che si può eseguire dopo il flop e mai nel pre-flop, in quanto il grande buio (colui che punta ancora prima di vedere le carte) viene considerato un giocatore che effettua bet. Se si ha intenzione di gettarsi nella mischia per pareggiare la puntata del grande buio si esegue infatti un call. In seguito al flop, se si è il primo giocatore a parlare, allora si realizza il bet.
Il raise è indubbiamente una delle mosse più interessanti del gioco del poker, perché può vivacizzare sensibilmente una partita. Effettuando un raise, infatti, si rilancia dopo che è stato eseguito un bet. In buona sostanza, si procede con una puntata superiore a quella di chi aveva scommesso in precedenza, ponendo innanzitutto nel piatto una quantità di fiches utile a pareggiare quella puntata e poi la somma che si intende rilanciare: il totale deve corrispondere però ad almeno il doppio del bet. Di fronte ad un bet da 30, per puntare altri 30 sarà quindi necessario un raise da 60: si tratta di una regola valida sia nei tavoli dal vivo sia nel poker online, dalla quale non si può prescindere. I giocatori chiamati ad agire dopo un raise dovranno partire da quella soglia per un call, al contrario dell’autore del primo bet.
Quando non si intende foldare, si entra automaticamente nel vivo del gioco e bisogna sapersi districare bene tra bluff e rilanci esorbitanti. Ogni puntata mantiene un significato ben preciso che si deve sposare con una chiara strategia da mettere in atto. Ad esempio, se si vuole provare a mettere il fiato sul collo agli altri, anche semplicemente bluffando, il raise rappresenta la soluzione più indicata, mentre al call ricorrono di solito i pokeristi più incerti, che temono che le loro carte non possano risultare vincenti. Nel poker non esistono mosse e metodi garantiti per vincere, ma è indubbio che conservare una certa coerenza al tavolo verde è fondamentale per avere più probabilità di successo. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, infatti, i giocatori che tendono a cambiare troppo spesso atteggiamento si rivelano ben presto insicuri e sono i più facili da scoprire. Che si voglia tenere una linea passiva o andare all’attacco, ogni mossa nel poker va studiata nei minimi particolari.