La Briscola è un noto gioco di carte che si pratica con i mazzi regionali e che ancora oggi è diffuso sia dal vivo sia in rete. È possibile giocare sia uno contro uno sia in coppie, oltre che in più persone in alcune specifiche varianti. Ad ogni mano un determinato seme assume maggiore rilevanza rispetto agli altri.
In questo articolo tratteremo:
L’origine della Briscola non è delle più chiare. Secondo alcune fonti storiche il gioco deriverebbe da un’attrazione in voga in Olanda addirittura nel ‘500, ma c’è chi sostiene che la Briscola sia stata inventata in Francia o in Danimarca. Il termine "briscola" sarebbe legato a “brisque”, una parola utilizzata nel gioco della Bazzica. La prima traccia italiana viene individuata in alcuni testi della prima metà del XIX secolo. La Briscola veniva espressamente citata in un poema di Gioacchino Belli. Nel 1888 fu la volta del primo trattato sul gioco, che in seguito si è fatto conoscere in tutte le regioni dello Stivali, venendo talvolta ritoccato nel regolamento. Oggi la Briscola figura anche tra i giochi di carte virtuali e viene giocata a distanza sia in Italia sia nel resto d’Europa.
Ma come si gioca a Briscola? Innanzitutto va precisato che occorre un mazzo di 40 carte regionali. Dopo aver stabilito chi ricoprirà il ruolo del mazziere, ogni giocatore riceve 3 carte a testa, a prescindere dal numero di partecipanti. Dopo che si ricolloca il mazzo sul tavolo viene scoperta una carta, che sarà prelevata per ultima e rappresenterà il seme della briscola. Ad operare per primo è chi siede alla destra del mazziere, che deve giocare una carta portando l’avversario a rispondere con una dello stesso seme, ma di valore superiore, o con una del seme della briscola. Nel caso in cui entrambe le carte facciano riferimento a quest’ultima, ad aggiudicarsi la mano sarà ovviamente chi detiene la briscola dal valore più elevato. Chi vince una mano prende tutte le carte sul tavolo e ne pesca un’altra dalla cima del mazzo. Il gioco prosegue così fino all’esaurimento del mazzo e il vincitore della penultima mano godrà della briscola scoperta all’inizio della smazzata. Di norma, non si possono guardare le carte prese a Briscola fino alla fine. Quando si forma una coppia con un altro giocatore, le partite dal vivo vengono ulteriormente vivacizzate dall’impiego di un linguaggio di segni, volto a far capire al proprio compagno quale carta si possieda. Al giorno d’oggi, però, sono sempre di meno i tavoli che consentono di comunicare in maniera non convenzionale.
Non tutte le carte assegnano punti nel gioco della Briscola. La più ambita rimane l’Asso, che vale 11. Segue il 3, che attribuisce 10 punti. Il Re vale 4 punti, il Cavallo 3 e il Fante 2. Le carte rimanenti prendono in gergo il nome di “lisci”, ma possono avere un’importante valenza strategica se giocate per conservarsi in mano briscole o carte comunque potenti. In totale i punti in palio ad ogni smazzata sono 120 e a vincere il round è chi ne totalizza almeno 61. Una partita si compone di almeno 2 round, in quanto in genere la vittoria viene assegnata al giocatore o alla coppia di giocatori che arrivano per primi a 120.
Tra le varie regioni d’Italia si usano regole diverse e non è raro imbattersi in versioni alternative della Briscola. Il 7 può diventare la carta più importante dopo l’Asso o i valori di Cavallo e Fante potrebbero essere invertiti. Per capire come giocare a Briscola, insomma, bisogna prima sincerarsi della variante che ci si trova di fronte. La versione più curiosa del gioco è probabilmente la cosiddetta “Briscola a chiamata”, in cui si gioca in 5: ad affrontarsi sono 2 squadre, una formata da 3 giocatori e l’altra da 2. La Briscola “Cinquecento” si distingue invece per la presenza delle “accuse”. Nella “Marianna” si conservano 5 carte in mano, nella “Schembil” si gioca in 6 escludendo i 2 dal mazzo. Infine, nella “Briscola scoperta” tutte le carte rimangono visibili dall’inizio alla fine.