Il poker è uno dei giochi di carte più complessi che esistano, perché attribuisce anche al lato strategico un ruolo fondamentale. L’importanza del mindset nel poker è manifesta e non basta solo la fortuna per farsi strada. Alcune terminologie impiegate in una partita rientrano dunque in un gergo specifico, per cui chi non è pratico del tavolo verde potrebbe non capire subito di cosa si stia parlando. Un esempio in tal senso è rappresentato dal fatto che non tutti conoscono il significato del buio nel poker. Si tratta nella fattispecie di puntate obbligatorie che si sostengono prima ancora di aver ricevuto le carte. Di fatto, quindi, al poker si può giocare “al buio”, cioè senza vedere nulla di ciò che si ha in mano e senza avere punti di riferimento. Esistono due tipi di buio: il Piccolo buio e il Grande buio, noti rispettivamente anche come “Small blind” e “Big blind” tra i tavoli internazionali.
In questo articolo tratteremo:
L’interrogativo è d’obbligo soprattutto tra i pokeristi alle prime armi: come funzionano di preciso il Piccolo buio e il Grande buio e quali sono le differenze tra l’uno e l’altro? Una volta che i giocatori sono entrati nel piatto, il loro destino dipende dall’ammontare della puntata. Il Grande buio equivale alla giocata minima utile per prendere parte al gioco e rappresenta la metà del Piccolo buio che, per partecipare al piatto, dovrà comunque corrispondere l’altra metà. Se per esempio si partecipa a partire da una somma di 4 euro, il Piccolo buio sarà pari a 2 euro ed il Grande buio a 4 euro. Ci sono poi altri tipi di bui nel poker, sia nelle partite dal vivo sia nel poker in rete, sebbene sussistano comunque delle differenze tra poker live e online. L’ante è una piccola somma che tutti i partecipanti seduti al tavolo verserebbero prima di ogni piatto. L’ante è tipico delle fasi conclusive dei tornei ufficiali, al fine di sveltire le partite e arrivare prima ad un esito definitivo.
Il Piccolo buio ed il Grande buio sono posizionati di solito accanto al bottone del tavolo, che viene spostato in senso orario. Ogni giocatore pagherà dunque in maniera equa i bui ad ogni giro. A parlare per primo è il giocatore che viene dopo il Grande buio e che ricopre la posizione nota come “under the gun”, cioè “sotto alla pistola”: si tratta infatti dell’unico partecipante che si espone senza poter conoscere le mosse degli altri, che possono prendere le loro contromisure. Gli altri giocatori parlano al pre-flop. Se nessuno rilancia, il Piccolo buio è chiamato a scegliere se versare la seconda metà della puntata o foldare. Il Grande buio, che invece ha già versato l’intera cifra del piatto, può procedere con un check per dare inizio alla mano.
Chi fa il buio a poker è solitamente un giocatore particolarmente esperto, che deve rivelarsi abile nel gestire anche le puntate obbligatorie e non può decidere liberamente se entrare o no nel piatto. Soprattutto nel caso del Grande buio, è necessario non farsi vedere passivi, in modo da evitare che gli avversari provino a prendere possesso dei bui rilanciando senza soluzione di continuità. Chiaramente, l’esito di una partita dipende sempre dalle carte che si hanno in mano, ma in generale si evita quasi sempre di mollare il piatto, difendendo la propria posizione fino alla fine. L’atteggiamento è diverso per chi gioca con il Piccolo buio. A inizio partita, quando le puntate non sono ancora elevate, si tende a tuffarsi subito nel piatto. Solo più avanti, quando le cifre si rendono più sostanziose, diventa più ragionevole ritirarsi, specie di fronte a combinazioni di carte poco soddisfacenti.